Sentinelle in piedi: tra manifestazioni, contro-manifestazioni e vittimismo


Vietato contestare. È quanto pare rivendicare Tempi nel parlare delle manifestazioni delle Sentinelle in piedi tenutesi ieri in cento piazze italiane, a loro dire contraddistinte da uno svolgimento «civile e democratico» a fronte della inaudita «violenza» dei contro manifestanti.
In realtà i toni sembrano prettamente propagandistici anche a fronte di un vittimismo forse dettato da un numero sempre più baso di aderenti. Fatto sta che tensioni ci sono stati ed in alcuni casi è stato necessario l'intervento delle forze dell'ordine, ma difficile sarebbe stato pensare ad un esito diverso dinnanzi a schieramenti che hanno visto fronteggiarsi i militanti di Forza Nuova contro i centri sociali.
A loro così non va bene. Mentre i loro ordini del giorno vengono inclusi negli statuti regionali e comunali, mentre ogni norma o tutela verso le coppie gay viene affossata per loro volere bisogna stare zitti e lanciarli fare. Sarebbe come dire che il violento è l'animale che si ribella al cacciatore, dato che sarebbe preferibile stia fermo a lasciarsi ammazzare. Perché dietro quelle veglie sappiamo tutti come si nasconda una rivendicazione ben precisa: la «libertà» di poter essere omofobi e la volontà di impedire che gli altri possano veder riconosciuti i propri diritti.
Ed è forse nei numeri che nasce l'imbarazzo, a fronte di qualche centinaio di persone che si sono sempre etichettate «maggioranza» a fronte di una chiara smentita alla prima conta dei numeri. Una smentita che si nasconde dietro al vittimismo e alla richiesta di non veder parti contrapposte ad una manifestazione che dev'essere preconfezionata per la stampa, quasi come se ci si fosse dimenticato di come non ci si sia mai fatto un problema ad organizzare contro-manifestazioni ai pride (seppur con numero genericamente ben poco significativi).
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