Udine: la Rete Lenford deposita un esposto contro l'annullamento delle trascrizioni


La Rete Lenford, l'avvocatura per i diritti lgbti, ha depositato presso la Procura a Udine un esposto contro l'annullamento della trascrizione nel registro di stato civile di un matrimonio omosessuale contratto all'estero. Nella giornata di ieri, infatti, un commissario inviato in Comune dalla Prefettura aveva provveduto alla cancellazione dell'atto. Le ipotesi di reato che l'esposto chiede di verificare sono il falso in atto pubblico e la falsità materiale in atto pubblico compiuti da ufficiale.
A rendere nota la notizia è Giacomo Deperu, presidente di Arcigay Friuli, che dichiara: «Con questo esposto si chiede al Pubblico Ministero udinese di verificare se negli atti compiuti dalla prefettura vi siano estremi di reato. Siamo colpiti da un'azione così forte e a nostro avviso sproporzionata, ma da tempo sosteniamo che non fosse nelle prerogative del Prefetto intervenire d'imperio a annullare la trascrizione effettuata dal sindaco di Udine Furio Honsell. Per questo confidiamo che con questo esposto si possa fare finalmente chiarezza su quanto avvenuto a Udine [...] Secondo i legali, il Massimario per l'Ufficiale di Stato Civile adottato proprio dal Ministero dell'Interno afferma esplicitamente che in materia la competenza a intervenire sui registri è esclusivamente in capo all'autorità giudiziaria, in quanto la legge conferisce potere unicamente al Tribunale di modificare le annotazioni. Per questo nell'esposto si contesta anche l'articolo 347 che parla di usurpazione di funzioni pubbliche e, in via sussidiaria, l'abuso d'ufficio».

Intanto a Milano il consigliere regionale Riccardo De Corato (Fratelli d'Italia) pare non avere altre preoccupazioni se non la cancellazioni delle trascrizioni effettuate da Pisapia. Attraverso affermazioni rilasciate con cadenza pressoché quotidiana, ha ora aggiunto che «inviterò formalmente il prefetto di Milano a fare come il suo collega e nominare un commissario prefettizio. Il Commissario ad acta a Udine ha ristabilito la legalità in breve tempo, mentre a Milano i matrimoni omosessuali che il sindaco ha trascritto ormai tre settimane fa sono ancora in vigore e se ne aggiungeranno altri, come ha annunciato il primo cittadino. Il prefetto Tronca ci ha messo 17 giorni a leggere le carte e poi, una volta richiamato Pisapia all'ordine, non ha fatto altro per ottenere il rispetto della legge».
Nella sua nota il consigliere auspica anche che il caso non finisca in Procura dopo la denuncia che lui stesso ha provveduto a depositare nella giornata di ieri: «spero che non sia necessario un suo pronunciamento -ha dichiarato- basterebbe infatti che il prefetto di Milano segua l'esempio del suo collega di Udine nominando un commissario ad acta che vada in via Larga e annulli le nozze gay trascritte dal sindaco».
C'è da chiedersi, però, se il timore di un pronunciamento della procura non sia legato alla totale incertezza nel risultato a fronte di un'azione da parte dei prefetti che giuristi e avvocati non esitano a sostenere illegittima. Vien da sé che un simile pronunciamento porterebbe le destre a non poter più sostenere che la presa d'atto da parte dell'Italia di atti assolutamente validi nel resto d'Europa sia «illegale&raqto;.
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