La Corte Suprema di Singapore sostiene che il divieto al sesso gay non violi la Costituzione


La Corte Suprema di Singapore ha stabilito la costituzionalità del divieto ai rapporti sessuale tra due uomini. La sentenza è giunta in risposta al ricorso prestato da tre uomini, i quali lamentavano come la norma rappresentasse una violazione dei diritti umani.
La sezione 377A del Codice Penale di Singapore punisce con una pena detentiva (che può arrivare sino ai due anni) gli uomini che praticano «atti indecenti gravi in pubblico o nel privato». Tra di essi, immancabilmente, vengono contemplati anche i rapporti sessuali fra adulti consenzienti.
Il giudice Andrew Phang Boon Leong, tra i firmatari della sentenza, ha commentato: «Comprendiamo i sentimenti personali dei ricorrenti, ma non c'è nulla che questa Corte possa fare per aiutarli. La soluzione è nell'ambito legislativo».
Innegabilmente la sentenza rappresenta anche un passo indietro per i diritti personali di tutti i gay che vivono nel Paese, dato che lo stato vuole imporre loro una rinuncia alla propria sessualità attraverso leggi che privilegino e rendano ammissibili i rapporti solo a chi si è ritrovato a nascere eterosessuale.
Va sottolineato come la legge di Singapore punisca esclusivamente i rapporti sessuali fra uomini, ritenendo perfettamente leciti quelli fra donne (spesso parte dell'immaginario sessuale collettivo dei maschi eterosessuali).
1 commento