Egitto: trasmissione televisiva fa arrestare 26 gay con l'accusa di voler diffondere l'Aids


Sono almeno 26 le persone arrestate in un hammam del Cairocon l'accusa di aver compito «atti immorali» legati al loro presento orientamento sessuale.
La retata è stata organizzata dalla trasmissione televisiva "El Mestakhabi" che sostiene di aver «compiuto indagini» volte a scoprire «il segreto della diffusione dell Aids in Egitto» che li avrebbe condotti ad individuare un luogo di ritrovo per gay. Ed è così che hanno allertato la polizia religiosa attraverso un'infondata denuncia volta a sostenere che gli avventori del locale fossero «una potenziale fonte di Aids».
La retata e tutti gli areresti sono stati filmati dall'emittente, intenzionata a realizzare un "servizio giornalistico" che documentasse l'accaduto quasi fosse un reality. La conduttrice della trasmissione, Mona Iraqi, si dice soddisfatta dell'esito della sua azione e punta il dico contro quella che lei definisce una «perversione collettiva che si annida nel cuore della capitale insieme all'Aids». Ed è sempre la giornalista ad apparire in quasi tutte le immagini anticipate, immortalata mentre è intenta a filmare i volti degli arrestati con il suo smarphone.
Sul web c'è chi ha immediatamente parlato di «sciacallaggio mediatico» al punto che l'emittente Al Qahira wal Nas ha diffuso un comunicato volto a sostenere che la trasmissione volesse solo «fare luce sulle categorie più esposte all'Aids» e che la giornalista ha lavorato «nel massimo rispetto delle regole internazionali professionali, umane e scientifiche». Peccato che in tal senso non si capirebbe perché mai gli arrestati siano stati trascinati all'esterno mezzi nudi, senza che neppure gli venisse dato il tempo di rivestirsi: dato che in hammam non si entra certo in giacca e cravatta, vien da sé che la nudità dei presenti non fosse una prova documentale ma solo un'inutile mortificazione che appare finalizzata solo alla spettacolarizzazione delle riprese televisive.
L'episodio si inserisce in una serie di azioni recentemente intraprese dall'Egitto nei confronti dell'omosessualità maschile. Nonostante la legge non vieti i rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso, la polizia è solita ricorrere ad un generico divieto alla «depravazione» imposta dalla maggioranza mussulmana. Molti osservatori, però, sostengono che il fine ultimo sia solo quello di mettere a tacere qualunque dissenso attraverso azioni volte a punire gay ed atei. In questo caso anche attraverso un'azione volta ad associare l'omosessualità con l'Aids con il fine di generare disinformazione ed odio da parte della popolazione.

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