Un documentario russo: i gay causeranno la fine del mondo e l'arrivo di cyborg simili a Terminator


Si intitola "Sodom" ed è uno dei tanti documentari trasmessi dalle televisioni russe per la promuovere l'dio nei confronti della comunità lgbt. Realizzato da Arkady Mamontov, il video inizia fin da subito a tentare di associare i gay al satanismo attraverso musiche angoscianti ed immagini di mostri, bambini, occhi che piangono, bambole spezzate e gargoyle medievali. Immancabile anche il tentativo di utilizzare l'orientamento sessuale e la pedofilia (quasi fossero sinonimi) e le citazioni bibliche con tanto di immagini riprese in Terra Santa che mostrano una roccia che sembra avere impressa l'impronta di un piede di bimbo: un bambino pietrificato al tempo Biblico, dicono, vittima di un castigo divino che di riversa sul mondo odierno a causa del movimento lgbt.
Appare impossibile non notare come moltissimo del materiale proposto provenga dall'Italia: si vede il Colosseo come segno di decaduta civiltà, poi la mole Antonelliana di Torino quasi fosse una sorta di tempio massonico e scene girate all'interno del museo della cinema, presentato quasi come un tempio satanico in cui i bambini vengono spinti alla filosofia del demonio. Peccato che i bambini ai piedi di una statua cornuta siano in realtà dinnanzi ad un cimelio del film "Cabiria", capolavoro del cinema muto italiano del 1914.

Tra le interviste mostrate spiccano quelle all'americano Scott Lively, l'evangelico noto in tutto il mondo per la ferocia delle sue crociate anti-lgbt, che ai microfoni russi spiega come i gay vogliano ottenere sempre più diritti con l'unico scopo di ridurre in schiavitù gli eterosessuali. Poi c'è pure l'italiano Luca di Tolve, impegnato a sostenere che con l'aiuto di Dio l'omosessualità possa essere "curata". Altri "esperti" spiegano come i gay porterà alla nascita di una razza non umana o come i bambini siano creati in provetta per i capricci dei gay (anche se spesso ciò li porta a nascere malati). C'è pure l'intervista ad un conducente di autobus che passa vicino a un gay pride, anche se in questo caso si capisce molto bene come la traduzione russa non corrisponda a quanto l'uomo afferma in inglese.

Nel video non manca anche un momento particolarmente politico attraverso una digressione sulla Moldavia che deve decidere se annettersi alla perversione della comunità europea o orientarsi al bene attraverso il mondo russo. Insomma, la violenza contro i gay viene giustificata e la paura aumentata (un'intero capitolo è dedicato a sostenere che i gay siano responsabili dell'Aids). Si precisa persino che la Russia non è una minoranza omofoba dato che i movimenti anti-gay sono in continua espansione e chi non appoggia quelle tesi è costretto al silenzio da un governo che lo obbliga a non poter parlare male dei gay.
L'invito esplicito è a tornare ai valori russo-ortodossi, gli unici che si dice siano in grado di salvare la popolazione dalla fine del mondo. Non a caso nella scene finale la musica drammatica cessa non appena un uomo e una donna si sposano e baciano la corona del prete ortodosso.
Film simili hanno ha un effetto devastante sulla popolazione russa rurale dove, a differenza dell'occidente, la carta stampata o i documentari vengono percepiti come una verità assoluta.

Il regista Mamontov è uno dei trecento giornalisti russi insigniti della medaglia "for objective coverage" in merito alla gestione delle notizie provenienti dalla Crimea all'inizio dell'anno. nel 2013 firmò un documentario volto a sostenere che la caduta dei meteoriti sulla Terra fosse una punizione divina alla presenza di gay sul territorio russo.

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