Il connubio tra Putin e l'estrema destra europea


Ad ogni occasione l'estrema destra europea non manca di manifestare la propria ammirazione nei confronti di Putin, evidentemente invidiosa di una leadership forte e capace di imporre ad un intero Paese la propria morale e le proprie politiche nazionaliste e xenofobe.
Dall'altra parte c'è il presidente russo, a parole sempre pronto ad esprimere il suo disprezzo nei confronti del nazismo. Non a caso lui stesso giustificò l'annessione della Crimea sostenendo che le autorità di Kiev fossero «nazionalisti, neonazisti, russofobi e antisemiti» e che fosse necessario intervenire intervenire non lasciare la popolazione della Crimea nelle mani di quella gente. Nei fatti, però, la sua opinione tende a cambiare se si pensa a come abbia recentemente finanziato un partito di estrema destra come il Front National di Marine Le Pen con un prestito di ben 9 milioni di euro. Altre fonti ipotizzano che altri rubli siano finiti nella casse della Lega di Salvini e, nonostante su tal punto non vi siano certezze, assai ben documentati sono i viaggi a Mosca che il leader del Carroccio sta compiendo con frequenza sempre crescente (al punto che Salvini stesso si è lasciato sfuggire che forse incontrerà Putin: un fatto sicuramente singolare dato che il protocollo russo vieta al presidente di poter incontrare i capi di partito esteri dato che può conferire solo con altri capi di stato, ndr).

Sia il Front National che la Lega si sono affrettai a sostenere che avrebbero difeso a spada tratta gli interessi della Russia anche senza bisogno di ricevere finanziamenti, ma vien da sé che parlare di ciò che non è mai accaduto è come parlare del sesso degli angeli. Più utile appare però constatare come le giustificazioni non siano completamente soddisfacenti. Dalle pagine di Le Monde, ad esempio, Le Pen ha respito le accuse al mittente dichiarando: «Abbiamo adottato questa posizione [pro-Cremlino] molto tempo fa», ossia prima del finanziamento. Ed infatti nessuno ha mai detto che il connubio sia nuovo: fondato nel 1972 sulla base di politiche conservatrici ed anti-immigrazione, il Front National ha iniziato a manifestata il proprio apprezzamento nei confronti della Russia già nel lontano 1991, quando il fondatore Jean-Marie Le Pen incontrò il leader del partito russo di estrema destra LDPR, l'eccentrico Vladimir Zhirinovsky. Un'amicizia confermata anche dagli altri 2 milioni con cui la Russia ha già finanziato in passato il partito.

Collegamenti fra il Cremlino e la destre europee includono anche partiti ungheresi, bulgari e greci, così come si registrano incontri periodici con alti funzionari russi anche da parte dell'ungherese Gabor Vona (Jobbik) e il bulgaro Volen Siderov (Ataka). Il risultato è che ben 15 partiti di estrema destra dei 21 stati membri dell'Unione Europea hanno apertamente manifestato simpatia nei confronti della Russia.
«Sembra che ci sia una spiegazione strategica del fenomeno -ha dichiarato Alina Polyakova, ricercatorice presso l'Università di Berna- I partiti di destra in Europa sono riusciti a dissociandosi dalla connotazione fascista e sono diventati molto popolari grazie alla loro retorica euroscettica in un clima di crescente disillusione dall'Unione Europea. I rapporti con questi soggetti sono un'opportunità per la Russia per poter fare politica all'interno dell'Unione e renderla meno coesa».

La prospettiva di infiltrazione russa nel processo decisionale europeo è diventato sempre più convincente dopo i risultati ottenuti dalle destre alle scorse elezioni politiche. Il Front National ha ottenuto il 25% dei voti e ben 23 seggi al Parlamento europeo, così come un sondaggio condotto lo scorso ottobre indicherebbe persino Le Pen come favorito per le elezioni presidenziali del 2017. Altri partiti di destra, tra cui Jobbik in Ungheria ed Alba dorata in Grecia hanno registrato un significativo aumento della popolarità, ottenendo rispettivamente, tre e cinque seggi in Europa.
Nel 2012, in occasione del 60° compleanno di Putin, il nazionalista bulgaro Siderov si è recato a Mosca per sostenere che l'Unione Europea dovrebbe negoziare l'adesione della Russia e non quella della Turchia. Le Pen, invece, ha sostenuto che la Francia dovrebbe abbandonare la Nato e creare un'alleanza militare con la Russia lungo l'asse Parigi-Berlino-Mosca, in modo da creare un'Unione pan-europea che includa Russia. Il suo partito tutt'ora elenca questa proposta come il primo dei suoi 11 principi fondamentali in materia di politica estera.

La crociata della Russia contro ciò che Putin definisce come la «distruzione dei valori tradizionali» è un altro degli anelli di congiunzione fra Russia e destre europee. La posizione di assoluta chiusura nei confronti dei gay ed il suo giro di vite sull'immigrazione clandestina appaiono assai attraenti agli occhi degli ultra-nazionalisti. Lo stesso Front National non ene ha mai fatto segreto e Le Pen Kurier non ha esitato a dichiarare come Putin sia «consapevole che stiamo difendendo valori comuni».
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