Rese pubbliche le carte riservate dell'Esercito della Salvezza, con tanto di messa al bando dei gay


«L'Esercito della Salvezza non crede che l'orientamento omosessuale sia un peccato. respinge con forza le accuse di discriminazione fondata sull'orientamento sessuale e serviamo ed assumiamo tutte le persone senza discriminazioni». Questo è quanto affermano i documenti pubblici dell'associazione metodista che si occupa si portare aiuto ai bisognosi (e che nel periodo natalizio si aggira per le città di mezzo mondo suonando delle campanelle per raccogliere fondi)
L'esigenza di queste precisazioni è giunta dopo una serie di scandali, tra i quali si possono ricordare le affermazioni pronunciate nel 2012 un leader australiano dell'associazione che aveva sostenuto che i gay sessualmente attivi fossero da condannare a morte o il caso della donna trans senzatetto che quest'anno venne lasciata per le strade di Dallas dopo l'Esercito della Salvezza le rifiutò ospitalità.
Eppure la posizione ufficiale pare essere smentita dalle carte rese note da Queerty, nelle nei quali si indicava chiaramente come quelle disposizioni non dovessero assolutamente arrivare nelle mani dei «social media di qualsiasi tipo».
La lettera -che risulta firmata dal commissario Paul Seiler- avverte come tutti i membri rischiano l'espulsione se partecipano ad un matrimonio fra persone dello stesso sesso. Nel caso di amici e parenti, la partecipazione è consentita solo es elusivamente se l'iscritto si recherà lì in incognito e farà di tutto per non essere riconosciuto.
Si precisa anche come tutti i ruoli di rilievo debbano essere assegnati esclusivamente ad eterosessuali o gay che non abbiano mai avuto rapporti sessuali nel corso della loro vita, sostenendo che i gay non si devono poter sposare, le persone sposate non devono poter avere rapporti sessuali e quindi alle persone gay dev'essere vitata l'intimità con persone del proprio sesso.
Insomma, le contraddizioni fra le dichiarazioni pubbliche e gli ordini interni appaiono evidenti, quasi si avesse la consapevolezza di star agendo in un modo poco consono o quantomeno impopolare. È facile presumere che pochi gradirebbero sapere che una battaglia prettamente ideologica viene giocata sulla pelle dei più deboli, finendo per privarli dell'auto necessario alla loro sopravvivenza pur di discriminare i gay. Di certo sarebbe interessante vedere che cosa farebbe il signor Seiler se un giorno avesse un vitale bisogno di auto e se ci fosse solo un gay pronto ad offrirglielo: siamo certi che rifiuterebbe?
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