The way he looks


Sono ormai anni che la cinematografia lgbt statunitense ha differenziato la sua proposta ed ha abbandonato la reclusione dalle tematiche drammatiche per abbracciare anche filoni comici, romantici, horror o polizieschi (nonostante la maggior parte di queste pellicole pare non riesca mai a trovare la strada per giungere in Italia). Un'argomento di cui non ci siamo mai occupati è il filone adolescenziale, ossia film in grado di rapportarsi con i più giovani e poter dialogare con le esperienze di chi sta muovendo i primi passi nell'intricato mondo delle relazioni sentimentali. Per raccontarci il film brasiliano "The way is looks" non avremmo potuto trovare parere più autorevole di quello di un adolescente, ed è così che sarà proprio Giorgio a raccontarci perché sia rimasto così colpito dalla pellicola. 16enne di Torino, è anche l'autore di "Pensandoci bene", un blog in cui fra i vari temi trattati non manca di dedicare spazio anche a varie tematiche legate al mondo lgbt giovanile.

Avete mai provato a cercare dei film su una storia omosessuale fra adolescenti? Ci sono due cose che noterete subito. La prima: in Italia non sono mai usciti. La seconda: questi supposti adolescenti scoprono di essere gay facendo sesso, oppure vogliono solo esplorare un altro corpo, oppure si sgrillettano nella doccia con gli amici. A parte "Prayers for bobby", che però non narra una storia d'amore, spicca "The way he looks" di Daniel Ribeiro.
Il film racconta la storia di un ragazzo cieco. Ha sedici anni, si chiama Leo, e il suo unico supporto lo trova nella sua amica Giovanna, che è la sua confidente e la sua migliore amica. Durante i primi giorni dopo la calda estate in classe arriva un nuovo ragazzo: Gabriel. Si siede dietro Leo e, da lì, parte la conoscenza fra lui e gli altri due protagonisti.
I genitori di Leo sono iperprotettivi e non vogliono fargli rischiare nulla. A volte gli scappa qualche frase per "diversificarlo" dai suoi coetanei e viene sempre monitorato in ogni suo spostamento. Per ovviare a questo problema, vuole trasferirsi per fare un interscambio culturale, e contatta l'agenzia che, puntualmente, gli trova una associazione che si occupa di effettuare trasferimenti per persone con problemi di cecità.
Non voglio raccontarvi nient'altro per non rovinarvi l'unico film adolescenziale in cui l'omosessualità sia una parte del tutto che non viene negativizzata o altro. Ci saranno ovviamente gli attacchi omofobi, ma saranno un contorno della minestra.

E cosa c'è nella minestra? C'è Leo, che viene attaccato sempre dai bulli a causa del suo problema fisico. Un grande ragazzo, gentile e carino -almeno secondo la sua amica- che, per caso, scopre che gli piace un suo compagno di classe. Si augura di baciare qualcuno prima o poi e fa le prove sui vetri appannati della sua vasca da bagno, ma i suoi desideri si avvereranno solo alla fine del film. Ha una voglia di trasgredire e uscire fuori dagli schemi: vuole dimostrare a tutti che le cecità non lo rende meno normale di tutti loro e che lui non è difettoso.
C'è Giovanna, con una personalità molto cangiante che ricorda davvero il periodo adolescenziale: si arrabbia per ogni frase o piccolo atteggiamento, prende molto seriamente faccende che da adulti passano in secondo piano ed è molto attaccata al suo miglior amico.
C'è Gabriel, il terzo incomodo all'inizio, che porta una ventata di aria fresca e nuova nella vita di Leo, che scopre i brividi e la passione dell'amore. Omosessuale o meno non gli è mai importato più di tanto. La storia d'amore filerà infatti liscia e con tanti sentimenti dentro, senza mai risultare né monotona né, tanto meno, noiosa.

Riuscire a trovare qualche film ai giorni d'oggi in cui l'omosessualità non sia sessocentrica (va bene la libertà e la bellezza del fare sesso, ma ogni tanto una pellicola che si discosta da ciò non può che far bene al panorama cinematografico... infatti ha vinto un premio!) è davvero una rarità. Questo film è una perla. Ci sono due momenti erotici, ma il sottile file che collega l'adolescenza anche al mondo sessuale è fragile, per cui è totalmente corretto che si esplori anche quella parte che, però, non viene per niente evidenziata ma viene utilizzata per far concepire meglio alcuni concetti allo spettatore.
Un film da guardare, che vi porterà le lacrime agli occhi introducendo al tema omosessualità il tema cecità, con un mix che trattiene il fiato sospeso per l'ora e mezza della durata. Troverete qualcosa in ogni parte del film e, chiunque siate nella vita "reale", potrete rispecchiarvi in almeno una delle fasi percosse dai protagonisti. Gli attori sono bravissimi, interpretano le parti in modo molto buono e ti fanno sentire partecipe della vicenda. Ti fanno rivivere il primo innamoramento, la voglia di sapere cosa vuol dire baciare qualcuno, la voglia di non nascondere il proprio amore per paura che il mondo esterno possa scalfirlo o rovinarlo.
Una visione consigliata a tutti, tutti, tutti. Non è uscito in Italia e i sottotitoli in italiano non esistono ma, se non sapete l'inglese, non fatevi sfuggire questo prezioso tesoro (è stato anche proiettato all'LGBT film festival di Torino).
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