Trascrizioni, Fratelli d'Italia vuole denunciare i sindaci


«Denunceremo alla procura Giovanni Manildo per abuso d'atti d'ufficio per non aver rispettato quanto disposto dal ministro Angelino Alfano». È quanto dichiara Marina Buffoni, coordinatrice regionale di Fratelli d'Italia ed assessore al comune di Padova. Il riferimento è al Sindaco di Treviso e al suo mancato annullamento della trascrizione (una sola, ndr) del matrimonio di una coppia gay sposatasi all'estero.
Se il prefetto provvederà a giorni alla cancellazione dell'atto, l'iter non prevede passaggi in procuraa meno che non giungano denunce da parte di privati, associazioni e partiti. Da qui l'iniziativa di Fratelli d'Italia, in prima linea nel voler rendere indagati i sindaci che non hanno immediatamente obbedito ad Alfano.
«Con la registrazione di questo matrimonio -ha risposto Manildo- ho solo tutelato i diritti di due persone, riferendomi a criteri giuridici internazionali. Tutto questo polverone avviene, in Italia, semplicemente perché il ministro Alfano, invece di cambiare la legge, si è limitato a emanare una circolare, creando così solo confusione. Il ministro Alfano è insomma autore di una distorsione».
Il prossimo sulla lista nera di Fratelli d'Italia pare sarà il sindaco di Abano, Luca Claudio, anch'esso contestato per non aver immediatamente annullato la trascrizione di tre matrimoni contratti all'estero.
«L'assessore Buffoni pensi ad amministrare una città complessa come Padova, non ad accanirsi contro chi riconosce legittimamente dei diritti fondamentali -ha commentato Alessandro Zan, deputato padovano del Pd- Si tratta di una triste operazione propagandistica, che peraltro conferma la visione miope di esponenti politici omofobi che altro non fanno che ostacolare l'eguaglianza tra tutti i cittadini, imponendo sempre più spesso modelli alquanto discutibili di "famiglia naturale" che spesso degenerano in palesi discriminazioni e invocano per l'Italia il medioevo giuridico. Sono certo che i sindaci che hanno trascritto i matrimoni tra persone dello stesso sesso, e che magari si ritroveranno paradossalmente indagati come Giuliano Pisapia, cui va la mia stima e solidarietà, non arretreranno di un passo e porteranno alta la bandiera dell'eguaglianza».
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