Gli omofobi scrivono a Mattarella per chiedere il divieto all'educazione sessuale nelle scuole


È attraverso una lettera aperta indirizzata a Mattarella, Renzi e Giannini che ventitré associazioni omofobe (tra cui ProVita, la Manif Pour Tous, Italia, Obiettivo Chaire e Alleanza Cattolica) chiedono che la «libertà di educazione della famiglia» permetta a ciascun genitore di poter decidere che cosa i figli debbano pensare o che cosa dovranno sapere del mondo che li circonda.
Sappiamo tutti che la cultura permette ad ogni singolo individuo di poter avere tutti gli elementi necessari per poter diventare un libero pensatore. La scuola pubblica ha proprio il compito di abbattere i distinguo sociali e di garantire che a tutti i bambini siano fornite tutte le informazioni necessarie che gli potranno permettere di elaborare pensieri autonomi. Tutto questo piace agli omofobi, ossessionati dal desiderio di poter tramandare la discriminazione a proprio piacimento in modo da poter decidere che cosa debba essere che cosa debba pensare la propria prole.
In particolar modo le associazioni ultra-cattoliche si scagliano contro l'educazione sessuale sostengono che debba essere «affidata alla famiglia e non assegnata alla scuola». In altre parole, chi ha un genitore che lo metterà in guardia sulle malattie sessualmente trasmissibili avrà la possibilità di tutelare la porpora salute, gli altri si dovranno arrangiare.
A sostegno della propria teoria, si sostiene che solo «i genitori conoscono i tempi e l'opportunità con cui affrontare certe tematiche e, avendo visto crescere giorno per giorno la giovane persona che hanno di fronte, sanno anche quali parole usare, nel rispetto dell'intimità e della crescita di ognuno». Si sostiene anche che manchi un rispetto del pudore e che nelle classi si «esprimono brutalmente concetti ed esempi che quasi sempre lasciano sbalorditi, sconcertati e feriti molti giovani studenti». la lettera sostiene anche che «molto spesso tali gruppi parlano di masturbazioni a bambini di 4-6 anni, che nelle classi dicono che i rapporti orali e anali sono "naturali", che, talvolta, alle ragazzine delle medie raccomandano di non dire ai genitori se rimangono incinte, perché ci sarà un giudice cui affidarsi per il problema dell’aborto». Ovviamente non viene fornita alcuna prova di quanto sostenuto.
Ormai privi di argomentazioni, la lettera si lancia pure nel tirare in ballo la privacy, sostenendo che l'educazione sessuale la violerebbe in «modo clamorosamente sistematico» dato che i ragazzi si ritroverebbero a «pronunciarsi circa situazioni che attengono esclusivamente alla propria sfera privata».
Al di là dei fatti citati e non documentati (che pare impossibile ritenere plausibili), la lettera mostra anche come i firmatari non abbiano la più pallida idea di cosa sia il mondo giovanile di oggi. Si può davvero credere che una adolescente possa rimanete scioccato nel sentir parlare di di sesso? E davvero si vuol far finta di non sapere che è assai più facile che qualcuno millanti esperienze mai vissute piuttosto che si trovi in imbarazzo nel parlare di ciò che è davvero avvenuto? Non sarà forse che i genitori provino imbarazzo dinnanzi a domande a cui non sanno fornire spiegazioni e preferiscano che i loro figli non siano messi nelle condizioni di poter elaborare un pensiero proprio?
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