Il pensiero unico di Rai Vaticano


Tra Adinolfi e Milizia Christi, l'integralismo cattolico pare avviato verso una richiesta di boicottaggio del festival di Sanremo dato che la presenza di una drag queen viene vista come una sorta di «propaganda omosessuale». Particolare attenzione viene posta al sottolineare come il costo della partecipazione sarà finanziato dal canone, sostenendo quindi che quello sia un uso ideologico di denaro pubblico.
Eppure chi vanta Costanza Miriano fra i propri amici dovrebbe sapere che la giornalista lavora a Rai Vaticano, vero e proprio emblema di un investimento pubblico orientato alla diffusione di un pensiero unico.
Purtroppo appare pressoché impossibile trovare un bilancio di quell'area, ma la situazione appare facilmente deducibile dalle dichiarazioni rilasciate da Milena Gabenelli: « Nel 1997 una decina di dipendenti occupavano due stanze per preparare gli eventi di Giubileo 2000 -racconta- senza budget, il team si relazionava con la Santa Sede per agevolare le reti nella produzione di programmi da trasmettere e vendere in tutto il mondo, e doveva essere operativo per due anni. Il Giubileo è finito da tempo, ma la piccola squadra si è trasformata in una struttura con i suoi funzionari e dirigenti per continuare a fare le stesse cose».
In base ad un accordo con la Santa Sede, ora gli studi Rai sono collegati 24 ore su 24 con con i luoghi più importanti del Vaticano «in modo tale da seguire in caso di emergenza o problemi l'evolversi della situazione in diretta».Tra le produzioni più importanti realizzate figura la lettura in diretta dell'intera Bibbia da una chiesa romana.
Dal 2001 è attiva anche prevista una collaborazione tra Rai Vaticano e il Centro Televisivo Vaticano, attraverso il quale il servizio pubblico si impegnava ad organizzare e realizzare le riprese pur concedendone pieni diritti di utilizzo a Sat2000 e a qualunque emittente cattolica del mondo. La Rai si impegna anche a non interrompere mai con la pubblicità i programmi religiosi. Eppure, quando nel 2014 più di due miliardi di spettatori seguirono la santificazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, il Vaticano non si fece problemi a garantire l'esclusiva a Sky inficiandosene di quello che sarebbe finalmente potuto essere un buon affare per il servizio pubblico.
Difficile è anche non notare come Rai Vaticano paia risultare anche in netta contrapposizione con il pluralismo informativo in materia di religione previsto dal servizio pubblico, trattandosi di un canale riservato esclusivamente al cattolicesimo. Considerato poi come l'ultima rilevazione sui palinsesti dedicati alle confessioni religiose e i telegiornali realizzata sui dati del 2013 dalla Fondazione Critica liberale rivali come la Chiesa cattolica sfiori il 100% delle presenze televisive sul servizio pubblico, non si può certo dire che servisse un canale tematico finalizzato a ristabilire un una sorta di bilanciamento nella pluralità informativa. Ancor più se si aggiunge il rapporto poco chiaro che la Rai detiene con TV2000 (la televisione di proprietà della CEI), l'unica società per azioni ad essere inclusa nei MUX Rai nonché parte dell'offerta editoriale presentata da Rai Pubblicità.
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