400 aziende e 200 repubblicani si schierano dalla parte del matrimonio egualitario in tutti gli Stati Uniti


Il 28 aprile prossimo la Corte Suprema degli Stati Uniti sarà chiamata ad occuparsi del divieto ai matrimoni gay tutt'ora in vigore in alcuni stati della federazione.
Attraverso una lettera aperta, quasi 400 aziende hanno lanciato un appello per chiedere l'approvazione dei matrimoni gay a livello federale, sottolineando come l'uguaglianza di diritti abbia effetti benefici anche sull'economia e sull'impiego. Marchi come Coca-Cola, Levi’s e Nike non hanno dubbi riguardo al fatto che le norme attuali risultino svantaggiose per i datori di lavoro che vorrebbero assumere dipendenti gay laddove ci siano condizioni favorevoli. Negli stati Uniti, infatti, il mercato è globale e non è raro che si possa voler assumere chi attualmente lavora in un altro stato. Vien da sé che la proposta non verrebbe neppure presa in condizione da chi non dovrebbe limitarsi a cambiar casa, ma si troverebbe anche a rischiare di veder annullare il riconoscimento giuridica della propria famiglia e dei propri diritti.
Ma non solo. Anche 300 repubblicani hanno sottoscritto una lettera a sostegno del matrimonio egualitario. Tra loro figurano i nomi di dell'ex sindaco di New York Rudy Giuliani, la senatrice Susan Collins, il senatore Mark Kirk e il governatore del Massachusetts Charlie Baker. Nel loro caso le motivazioni sono più politiche e si basano nel riconoscere l'incostituzionalità di un divieto che lede i diritti di parte della popolazione.
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