La pagina omofoba minaccia violenze verso i gay: «Vi faremo conoscere la vera discriminazione»


Fra i vari gruppi d'odio che spopolano su Facebook, ve n'è uno vicino a Forza Nuova chiamato "No ai matrimoni gay in Italia". Attraverso false notizie e strumentalizzazioni, da anni pubblica una grande quantità di materiale che ha l'unico scopo di alimentare odio nei confronti delle persone lgbt (che loro amano chiamare offensivamente «sodomiti» o «pervertiti»).
Le segnalazioni a Facebook o alla Polizia postale paiono non aver mai fermato una propaganda che, in nome di una presunta libertà di espressione, ha permesso l'incontro di persone pronte ad inneggiare alla creazione di un'Isis cattolica che possa sterminare i gay lanciandoli dai tetti dei palazzi.

In occasione delle polemiche scaturite dalle immagini di una serata organizzata al Cassero, il gruppo ha dato in escandescenza. Se vien da sé che chi ha dedica la propria vita all'insulto altrui è l'ultima persona a potersi lamentare, nel loro caso non ci si è limitati a lamentarsi ma si è immediatamente fatto ricorso alla minaccia di violenze. Ed è così che, a corredo di un'immagine in cui sono state aggiunte finte censure che facessero credere che le persone coinvolte fossero nude ed impegnate in atti sessuali (una prassi peraltro consueta nella loro propaganda), scrivono:

Troppo facile fare i pervertiti in Italia vero? Perché non lo fatte in Russia, Serbia, Pakistan o in Iran? Guardate questi poveri discriminati, guardate come soffrono per la violenza degli omofobi. Guardate come manifestano il loro orgoglio, sodomizzando Gesù Cristo con un crocefisso, facendo praticare sesso orale a depravati vestiti da sacerdoti e offendendo l'eucaristia cioè il corpo e il sangue di Cristo.
Ma quale discriminazione, semmai in Italia c'è troppa tolleranza, in Russia e in Serbia sarebbero entrati con le spranghe in quel locale per ristabilire un po' di dignità, rispetto per la religione e per il buon senso della morale, in Iran e in Pakistan vi lasciamo immaginare. Ma in Italia si sa, siamo un popolo di smidollati che subiscono e accettano ogni tipo di provocazione e insulto. Ma questo non può durare in eterno, la nostra pazienza è quasi terminata, o iniziate ad avere rispetto verso il prossimo, verso chi manifesta in silenzio, verso chi esprime proprio pensiero, verso i bambini o conoscerete davvero la discriminazione.

Evidenti sono i riferimenti alla Sentinelle in piedi, agli slogan fascisti e all'omogenitorialità. Tra i commenti c'è chi augura ai gay «una morte lenta e sofferente», altri accolgono l'invito alla violenza e aggiungono: «Non so se arriverà prima l'ira di Dio o la nostra». Qualcuno è ancor più esplicito: «Vanno eliminati immediatamente. Fate voi, avete carta bianca da parte mia».
Altri propongono veri e propri progetti: «Bisognerebbe approvare una legge che equipari queste associazioni alla criminalità organizzata. Una volta fatto ciò, si manda la Polizia armata, come si usa per espugnare i covi mafiosi, e li si fa uscire tutti con le mani dietro la testa e coi fucili puntati dietro. Poi si processano e gli viene espropriato ogni spazio, attrezzature, denaro, che verranno reinvestiti in aiuti alle famiglie e i loro bambini, e per progetti di sensibilizzazione contro gli "studi di genere" e contro l'odio antireligioso. Altro che leggi sull'omofobia, le leggi devono punire e rieducare questi del Cassero, non ascoltarli. Così succede in uno Stato che funziona, e lo faremo funzionare perché siamo nel giusto».

Nel frattempo la pagina omofoba si è anche attivata per chiedere ai propri adepti una collaborazione finalizzata alla chiusura della pagina del Cassero (da loro definito «centro sociale sodomita molto pericoloso per i minorenni»). Dopo aver lamentato come «una persona normale non deve etichettare questi deviati mentali come pervertiti», hanno anche sostenuto che «questi centri vanno chiusi per pericolo HIV e pericolo ped***stia. Insieme a questi locali vanno rinchiusi in psichiatria questi blasfemi anticristo figli di Satana».
Sul finale non è mancato anche un appello al loro vero dio: «Putin vieni in Italia, ti prego!», scrivono.
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