Mike Pence era circondato da attivisti anti-gay quando ha firmato il Religious Freedom Act


Mike Pence, presidente dell'Indiana, continua a difendere strenuamente il suo Religious Freedom Act, sostenendo che lo scopo della legge sia quello di difendere la libertà religiosa e non quello di attaccare gay e lesbiche. Peccato, però, che non si capisce bene come si intenda «difendere» la libertà religiosa attraverso la legalizzazione della discriminazione verso la comunità lgbt. Da ora in poi, infatti, ogni commerciante sarà libero di poter rifiutare offrire beni e servizi sulla base dell'orientamento sessuale dei clienti.
La firma della norma è avvenuta attraverso una cerimonia privata non aperta al pubblico, ma la Glaad ha utilizzato il proprio database per cercare di individuare chi fossero le persone che si trovavano alle spalle del presidente. Non stupisce come fra i loro volti figurino alcuni voti dell'attivismo anti-gay.
Alla cerimonia era presente Micah Clark, un uomo convinto che l'omosessualità sia una malattia curabile. Ha pubblicamente inveito contro una studentessa lesbica che aveva indossato uno smoking al suo ballo di fine anno.
Curt Smith, invece, equiparano l'omosessualità con la bestialità e l'adulterio. Ha anche contribuito alla stesura del disegno di legge firmato Pence. Eric Miller, infine, è l'autore di un volantino in cui si sostiene falsamente che i predicatori potrebbero essere incarcerati se parlano contro l'omosessualità.
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