La Casa Bianca si schiera favore della messa al bando delle "terapie riparative" sui minori


Il presidente Barack Obama ha chiesto di porre fine alle cosiddette «terapie di conversione», vere e proprie violenze spesso praticate o propagandate da varie confessioni religiose al fine di sostenere che sia possibile modificare l'orientamento sessuale o genere identità dei giovani lgbt.
La presa di posizione è giunta in risposta alla petizione nata in seguito al suicidio di Leelah Alcorn, una diciassettenne che si è tolta la vita dopo che i suoi genitori l'avevano reclusa e cercata di curare per la sua transessualità.
Ed è così che la Casa Bianca ha deciso di sostenere il divieto delle fantomatiche «terapie di conversione» religiosa sui minori, sottolineandone «gli effetti potenzialmente devastanti sulla vita di transgender e gay, lesbiche e bisessuali». La portavoce di Obama ha anche notato come «prove scientifiche schiaccianti dimostrano che la terapia di conversione, soprattutto quando viene praticata sui giovani, non ha né effetti né è eticamente accettabile, ma può causare danni notevoli».
Lo scorso mese Washington DC è diventata la terza realtà statunitense ad aver vietare tali «terapie» sui minori. Nel 2013 il 9 ° Circuito della Corte d'Appello ha confermato il divieto della California par tali pratiche, così come nel dicembre dello scorso anno il 3 ° Circuito ha confermato una legge simile nel New Jersey.
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