La Manif Pour Tous Italia dice che un loro militante è stato aggredito, ma poi sfruttano la storia per vendere magliette


La notizia è immediatamente rimbalzata subito su tutti i siti cattolici, assetati di un qualche pretesto per poter sostenere di essere vittima di una violentissima e cattivissima lobby omosessuale. Peccato, però, che l'unica fonte della notizia sia un comunicato stampa della Manif Pour Tous Italia, pronta a raccontare fatti che a prima vista appaiono piuttosto strani.

Secondo il racconto del gruppo integralista, un loro militante è stato aggredito perché «indossava una maglietta che raffigura la famiglia». Un termine con cui attribuiscono al loro simbolo la rappresentanza di tutte le famiglie italiane che, a loro dire, devono essere riconosciute come tali solo se eterosessuali.
Si sostiene anche che l'associazione sia nata con lo scopo di «garantire la libertà di espressione, preservare l'unicità del matrimonio tra uomo e donna e il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà» (un giro di parole per indicare che non vogliono alcun riconoscimento per le famiglie gay né leggi che possano prevenire i reati omofobi) e che un ragazzo sia stato aggredito da «due uomini e una donna» mentre stava mangiando in un parco di Roma.
Ma è a quel punto che il racconto inizia a divenire prossimo all'assurdo. I ragazzi gli avrebbero testualmente detto: «Questa maglietta te la devi togliere. Sei un fascista, sei un antiabortista e un cattolico integralista». Poi, giusto per non lasciare dubbi, dicono che l'autore dell'aggressione si sia soffermato a precisare «di essere "gay e anarchico" e di voler picchiare quanti indossano magliette con quel simbolo».
Alle richieste di quanti hanno chiesto se è stata depositata regolare denuncia in modo da poter verificare quanto affermato, l'associazione non ha dato alcuna risposta. Viene solo fornita una foto di una persona senza volto che si è fotografato con una maglietta strappata e tenuta insieme con una spilla da balia.

Interessante è anche come Radio Vaticana si sia occupata dell'accaduto. Anziché rivolgersi alla presunta vittima, hanno preferito coinvolgere Filippo Savarese (portavoce dell'associazione) a cui
è stata dedicata un'ampia intervista. A lui non è stato chiesto alcun dettaglio sui fatti denunciati, non si è neppure provato a chiedere come stesse il ragazzo ma si è immediatamente passati a dibattere su quanto siano cattivi i gay e come i loro matrimoni non debbano essere riconosciuti perché «in Francia un ragazzo è stato addirittura fermato dalla gendarmeria francese perché passeggiava in un parco con la felpa de La Manif Pour Tous». Una rievocazione curiosa dato che è uno dei tormentoni della loro propaganda ed è davvero curioso che all'improvviso qualcuno abbia inscenato un'aggressione che corrisponde per filo e per segno a quanto è stato ricamato attorno ai fatti di Parigi.
La deputata Eugenia Roccella (Ncd) ha invece preferito sostenere che gli integralisti della Manif Pour Tous Italia rappresentino il cristianesimo. Dal quotidiano del suo partito asserisce che «Non si tratta solo di opinioni diverse sulla famiglia; ormai l'intolleranza verso i cristiani sta sbarcando anche in Italia. Qui non sembra solo in gioco la libertà di pensiero e di espressione, ma anche una equivalenza tra l'essere cattolico (e quindi per la vita e la famiglia) e l'essere tout court integralista, incapace di un approccio laico alla conoscenza, incapace di rispetto verso la diversità».

Ma a far sperare che si tratti solo di una bufala è quanto accaduto dopo. Dalla sua pagina Facebook la Manif Pour Tous Italia ha deciso di cavalcare l'onda per guadagnarci dei soldi. Sostengono che «indossare una maglietta de La Manif Pour Tous è diventato il gesto più sovversivo dei nostri tempi» ed invitano i loro seguaci a contattarli per acquistare un indumento griffato dal gruppo omofobo.
I casi sono dunque due: o si è dinnanzi ad una evidente truffa o il gruppo non si fa problemi a sfruttare un'aggressione pur di trarne un beneficio economico. In entrambi i casi la situazione risulterebbe molto grave.
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