Nel report di ILGA Europe, l'Italia perde due punti rispetto allo scorso anno


L'ILGA Europe ha rilasciato il suo consueto report sull'andamento dei diritti lgbt in Europa. In vetta alla classifica incontriamo gli scozzesi, con un 92% dei 48 punti presi in considerazione. Si classificano bene anche il Belgio, la Svezia, la Norvegia, la Spagna e il Portogallo. Malta ha compiuto un incredibile salto che l'ha portata dall'undicesima posizione alla terza.
L'Italia perde due posizioni rispetto allo scorso anno, finendo in un vergognoso 34ensimo posto. Prima di lei in classifica incontriamo anche Paesi come il Montenegro, l'Albania, la Grecia, la Georgia, l'Estonia, la Serbia, la Bosnia Erzegovina e la Romania.
La classifica prende in considerazione elementi come la propensione ai discorsi di odio e discriminatori, la situazione del sistema educativo, le discriminazioni sul posto di lavoro, gli interventi in tema di uguaglianza e non discriminazione, il tema della famiglia, la politica estera, la libertà di espressione, la difesa dei diritti umani, il riconoscimento legale dell’identità di genere, la partecipazione alla vita pubblica, politica e culturale e l'opinione pubblica.

Risguardo all'Italia, l'attenzione è stata focalizzata sulle vicende giudiziarie che hanno visto i giudici chiamati in causa rispetto al riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso in abito locale (sia con l'istituzione di registri delle coppie di fatto, sia con la trascrizione dei matrimoni gay contratti all'estero). Si è notato come la promessa del governo per l'introduzione di unioni civili a gennaio sia stata disattesa, così come è stato notato che l'impegno all'educazione alla diversità nelle scuole sia stato disatteso anche grazie all'intervento diretto del ministro. Ad influire positivamente è la trascrizione del certificato di nascita di un bambino nato all'estero da due madri deciso da un tribunale regionale.

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