Putin annuncia la produzione in serie di armi belliche, ma i cattolici lo lodano per aver obbligato un uomo a farsi il segno della croce


Ormai non passa giorno senza che un qualche sito dell'integralismo cattolico esalti sa santa Madre Russia. Ne è un esempio l'articolo apparso su Il Timone, letteralmente osannante nei confronti di una terra che non ha provato vergogna nell'associare una parata di armi belliche ad un'icona di Gesù Cristo.
Già, perché sulla piazza Rossa c'erano 15mila soldati, 1.300 militari stranieri, circa 200 mezzi corazzati e 143 tra aerei ed elicotteri. Tra questi anche i nuovi carro armato T-14 Armata, dotati di una cannone in grado di sparare munizioni esplosive, perforanti a distacco di sabot, missili, a carica cava e altri tipi di munizioni.
Ad essere assenti, invece, erano i leader mondiali: dei 68 previsti meno della metà ha accolto l'invito. Anche l'Italia non era presente, nonostante Silvio Berlusconi si sia affrettato a criticare la decisione sostenendo che «la scelta di non essere presenti a Mosca è prima di tutto una mancanza di rispetto al contributo decisivo della Russia alla vittoria su Hitler nel 1945».

Ma dinnanzi all'esibizione di una forza bellica e di fronte ad una crescente ostilità verso il resto del mondo, Il Timone si sofferma nell'illustrare entusiasta un unico particolare:

La più grande parata militare di sempre sulla Piazza Rossa, quella dello scorso 9 maggio per commemorare la vittoria della Russia contro il nazismo, ha avuto un incipit poco notato ma di grande valore simbolico. Sergey Shoygu, il popolarissimo ministro della difesa, prima di dare il via alle celebrazioni con il suo giro sulla limousine di Stato, si è fatto il segno della croce, mentre la telecamera è subito andata ad inquadrare un'icona di Cristo (nel video qui a fianco è visibile al minuto 8:30). Shoygu, di madre russa e padre mongolo, non è ortodosso ma buddista. Il suo gesto e il rimando all'immagine del Salvatore sono stati interpretati, più che come un segno di fede strettamente personale, come un discreto ma chiaro messaggio della "Nuova Russia" all'Occidente.

Il tutto mentre l'agenzia russa Sputnik riporta le parole di Vladimir Putin riguardo alla necessità di «ultimare quanto prima tutte le prove e avviare la produzione in serie degli armamenti per le forze di terra che sono stati presentati alla parata della Vittoria [...] Gli specialisti ne esaltano le caratteristiche. Bisogna ultimare quanto prima tutte le prove e avviare la produzione in serie».
L'agenzia sottolinea anche come «secondo il presidente, le caratteristiche tattico-teniche dei nuovi armamenti russi superano notevolmente quelle dei mezzi analoghi di altri paesi».

Insomma, basta mostrare un'immagine di Gesù cristo ed obbligare un buddista a compiere un gesto propagandistico che mostri la sua sottomissione al cristianesimo, ed ecco che si diventa immediatamente l'emblema della religiosità anche mentre ci si sta attrezzando per poter compiere atti bellici che potrebbero seguire la tentata invasione dell'Ucraina.

Clicca qui per guardare la parata trasmessa dall'emittente governativa Russia Today.
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