Unioni civili: Giovanardi e Malan si divertono a prendere in giro i cittadini


È evidente come per alcuni senatori i diritti civili dei cittadini non siano altro che un gioco, un qualcosa da deridere. Sappiamo tutti come la discussione dell'attesa legge sulle unioni civili sia stata rallentata con la presentazione di ben 3.060 emendamenti, di cui 282 scritti da Carlo Giovanardi (Ncd) e 700 firmati da Lucio Malan (Forza Italia). Ma inaccettabile è come i due politici abbiano ostentato l'inutilità delle proprie proposte, ritenendo che i cittadini in attesa di diritti non siano altro che persone da sfottere.
Un altro termine forse renderebbe giustizia al comportamento di chi ha proposto modifiche in cui si chiede che il riconoscimenti giuridici siano condizionati al pagamento dell'Imu o che le «unioni civili» siano chiamate «unioni renziane».
Malan ha chiesto che gli uffici dello stato civile di ogni comune non provvedano ad istituire un «registro delle unioni civili tra persone non dello stesso sesso», ma uno «stradario cittadino ai fini del rispetto delle pari opportunità nell'assegnazione dei toponimi».
Il senatore chiede inoltre la possibilità di registrare un'unione civile tra persone dello stesso «cognome, con elenchi separati a seconda del sesso» o di poter aggiungere il cognome del proprio partner se «non ridicolo o vergognoso». Per Mario Mauro (Popolari per l'Italia) la parola "unione civile" con "una associazione senza scopo di lucro reciproco".
Giovanardi chiede di vietare i matrimoni tra «due persone dello stesso segno» se appartenenti al segno del Toro, così come sostiene che «due persone omosessuali costituiscono un concubinato quando dichiarano di voler fondare tale unione di fronte al medico di famiglia o a mezzo reciproca raccomandata con ricevuta di ritorno in plico, ovvero a mezzo posta elettronica (eventualmente certificata)».
Questo è quanto proposto da persone pagate profumatamente dalla collettività ma pronte ad insultare deliberatamente quanti sono in attesa di vedersi finalmente riconoscere i propri diritti.

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