Avvenire vuole riscrivere la Costituzione


L'articolo 7 della nostra Costituzione è chiaro nel definire che «Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani». Eppure non passa giorno senza che la Chiesa tenti di ridefinire ciò che è compito dello stato.
Ed è così che il quotidiano dei vescovi ha pubblicato un articolo in cui si tenta di riscrivere la Costituzione, sostenendo che l'obiettivo primario dei padri fondatori fosse quella di garantire maggiori diritti ad una parte della popolazione sulla base di una sorta di diritto di nascita. Un po' strano se si considera come la Carta Fondamentale sia stata scritta dopo l'epoca fascista, eppure Avvenire non ha dubbi nel sostenere che l'articolo 29 della Costituzione «costituisce oggettivamente un ostacolo al riconoscimento delle nozze gay».

L'Italia, contrariamente a numerosi altri Paesi, non ha inserito alcun riferimento al sesso dei coniugi così come ha scelto un termine pregiuridico per evitare i distinguo conosciuti in epoca fascista. Dove sarebbe dunque l'ostacolo? Ovvio, l'ostacolo è nella mente di Avvenire e nella sua volontà nel voler impedire l'uguaglianza fra i cittadini. Ed è così che la tesi sostenuta è che l'articolo 29 deve essere riletto in chiave ideologica. Ovviamente la loro.

Il ragionamento proposto da Avvenire è che «la Costituzione italiana volle ancorare il legislatore positivo, limitandone il potere, al diritto naturale, vale a dire alla ragione sottostante alla realtà delle cose». Ed ancora: «la Costituzione repubblicana vuole dire che la famiglia nella sua struttura profonda non è creata dallo Stato, ma che ad esso è preesistente; è sottratta alla sua volontà manipolatrice; non è soggetta neppure allo spirito del tempo».
Insomma, la famiglia è decisa dalla tradizione e non deve tener conto dei cambiamenti sociali. Dato che il divorzio ai tempi era vietato, appare evidente che i divorziati non devono essere considerati famiglia. La tradizione di un mussulmano sarà quello di avere più mogli... potrà dunque chiedere di essere bigamo anche in Italia dato che la Costituzione tutela la sua tradizione?
E che dire delle famiglie definite dalla Bibbia: lì si dice che è possibile sposare una donna dopo averla stuprata o che è lecito comprarla: sono anche quelle regole immutabile della Costituzione?
Ovviamente no. Per Avvenire il cambiamento delle tradizioni deve valere per gli eterosessuali ma non per gli omosessuali. L'obiettivo è solo quello di impedire che una famiglia gay possa essere chiamata «famiglia» dato che a loro i gay stanno sulle scatole.

L'articolo non manca poi di sostenere che la Costituzione vada letta tenendo considerazione anche il carattere storico. «La famiglia -dicono- è sempre stata intesa, in qualsiasi civiltà e cultura, come la formazione sociale fondata da persone di sesso diverso». Si sostiene anche che si debba prendere esempio dall'antica roma dove «la pratica dell'omosessualità è stata ammessa e talora legittimata. Ma mai nella storia si sono confuse le relazioni tra persone dello stesso sesso con il matrimonio».
In realtà la dichiarazione è falsa dato che vi è prova storica di come la Chiesa di duemila anni fa prevedesse anche matrimoni fra persone dello stesso sesso.
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