I cattolici organizzano un nuovo «Family day» per tentare di affossare le unioni civili così come fecero con i Dico


È un evento a di poco anacronistico, eppure l'ultranazionalismo cattolico italiano vuole tornare a cercare di imporre violentemente i propri diktat attraverso una grande manbifestazione contro i diritti delle minoranze.
Il tutto ad otto anni di distanza dal vergognoso 12 maggio del 2007, data in cui Silvio Berlusconi fu in prima fila nel sostenere di voler difendere la sacralità della famiglia attraverso l'affossamento dei Di.Co. (un disegno di legge presentato dal Governo Prodi II nel febbraio 2007, finalizzato al riconoscimento nell'ordinamento giuridico italiano di taluni diritti e doveri discendenti dai rapporti di convivenza registrati all'anagrafe). Ce la fecero: il governo Prodi cadde e non se ne parlò mai più. L'Italia perse così il treno per poter rimanere al passo con i diritti europei.

Ora il nemico si chiama ddl Cirinnà, ancora una volta osteggiato per sostenere che il matrimonio sia un privilegio dettato da un diritto di nascita e che l'amore deve essere combattuto nel nome del pregiudizio. Gli slogan lanciati hanno tutto il sapore dell'integralismo cattolico a partire dall'abusata rivendicazione del «diritto di ogni bambino ad avere una mamma e un papà». Una vera mistificazione ma utile all'ottenimento degli scopi decidi da una lobby che di certo non si fa problemi ad usare i più deboli come arma politica (e chissenefrega se poi verranno condannati in degli orfanotrofi, l'obiettivo è il potere!).
Ed è così che prossimo 20 giugno i catto-fascisti torneranno ad occupare piazza San Giovanni a Roma per rilanciare slogan di stampo nazista, accompagnati da icone sacre e statuette della Madonna.
Le associazioni promotrici della manifestazione precisano di non essere contrarie al riconoscimento dei diritti legati alle convivenze di fatto, ma l'importante e che i gay ne siano esclusi e che l'eterosessualità sia considerata l'unico orientamento sessuale in grado di garantire diritti dinnanzi alla legge. Chiedono anche che si affossi con urgenza la stepchild adoption, invocando a gran voce che i figli delle coppie gay non siano tutelati e non abbiano alcun diritto suoi propri genitori.
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