Il Giornale e il terrorismo pro-family day: «Tuo figlio tornerà da scuola e ti dirà di voler scegliere se essere uomo o donna»


Nella su implacabile campagna d'odio, è Il Giornale a chiamare a raccolta i suoi per tentare di impedire che i diritti non siano un privilegio riservato ai pochi. L'articolo firmato da Sabrina Cottone (nella foto) è già tutto un programma sin dal titolo: "Nozze gay e cultura gender: mamme in rivolta".
Insomma, tutte (ma proprio tutte) le madri d'italia sarebbero contrarie ad un'educazione che non inculchi stereotipi di genere nei propri figli ma, soprattutto, sono "mamme" perché il loro essere donna li porta ad dover occuparsi dei figli mentre l'uomo siede sulla poltrona. Perché mai un papà dovrebbe preoccuparsene dato che è la donna ad avere il compito (dettato da natura) di dover tirar su da sola i figli?

Si parte sostenendo che la manifestazione cattolica sia assolutamente aconfessionale: «Non è una cosa di chiesa e nemmeno di partito: movimenti e sigle si sono uniti dopo», dice. Poi si passa al secondo capitolo del manuale dell'omofobo, ossia l'auto-proclamarsi maggioranza. «Il governo -dice- deve vedersela con questa silenziosa maggioranza borghese, guidata da centinaia di migliaia di donne preoccupate per la loro famiglia e per tutte le famiglie, sfinite dai corsi pro gender». Immancabile è anche il tentativo terroristico: si sostiene che si stia correndo il rischio che «a 10 anni un ragazzino un ragazzino torni da scuola a dire: "Non ho ancora deciso se voglio essere femmina o maschio"».

Non manca poi il capitolo della disinformazione. Indipendentemente da quanto scritto nelle proposte di legge o sui programmi ministeriali, si sostiene che l'obiettivo sia l'«insegnamento obbligatorio nelle scuole dell'ideologia gender (in sintesi: il sesso, essere maschio o femmina, non è un dato di natura, ma una scelta della persona tra infinite variabili più o meno variegate)».
In concussione si sostiene anche che «non è una manifestazione contro». Evidentemente è una manifestazione a favore di chi vuole negare qualunque diritti giuridico agli altri, ma non è contro di loro (sono loro che ne sono immeritevoli). Ma più in generale verrebbe da pensare che quella sia una manifestazione contro i propri figli e contro il loro diritto a poter seguire le proprie ambizioni.

Gli effetti di tale situazione si vedono già nei commenti. Tralasciando su chi sostiene che le istituzioni siano pensate per essere riservate ai soli eterosessuali, c'è chi chiede «agli omosessualisti e i fanatici dei gay in generale puramente su un piano logico e scientifico, Come fate a dichiarare senza se e senza ma, che il sesso biologico è una scelta, mentre l'orientamento sessuale è decretato alla nascita e immutabile?». Peccato che tale domanda dovrebbe essere rivolta ai gruppi omofobi, dato che solo loro parlano del gender come di una scelta.
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