Difendiamo i nostri figli (ma da Adinolfi e compagnia bella)


«È vero che lo sperma ai ragazzi esce solo di notte?». «Ho provato a mettere un assorbente interno, ma non sono riuscita a farlo entrare: e perché sono vergine o perché non sono normale?». «È possibile fare l'amore quando si è vergini?». «Ho saputo da un'amica che si può rimanere incinta non solo attraverso i rapporti sessuali, ma anche in altri modi. Per esempio, se lui è appiccicato a lei ed eccitato, lo sperma può fuoriuscire e passare attraverso gli indumenti fino alle parti intime. È vero?».
Queste sono alcune delle domande che alcune adolescenti hanno inviato a giornali come Cioè o Top Girl. Fanno ridere, ma esprimono anche tutta la drammaticità di una mancata educazione sessuale. Se delle ragazzine pongono domande simili ad un giornaletto, è perché nelle loro famiglie non si parla di sessualità e i loro dubbi siano rimasti privi di risposte.

Sappiamo tutti che il comitato "Difendiamo i nostri figli" scenderà oggi in piazza per chiedere che la scuola non fornisca alcuna risposta a simili domande, ritenendo che sia compito della famiglia tacere su tali argomenti. Nonostante le innumerevoli bufale che hanno provveduto a difendere negli ultimi giorni, basterebbe leggere le linee guida dell'Oms per capire che nessuno vuole insegnare ai ragazzi a fare sesso (anche perché sull'argomento tendono ad essere abbastanza autodidatti ed applicarsi nell'apprendimento, ndr): lo scopo è di rispondere alle loro domande.
Se un bambino chiede come nascono i bambini, alcune famiglie gli risponderanno, altre cercheranno di superare l'imbarazzo mentendogli e magari dicendogli che i bambini li portano le cicogne. E la bugia si farà sempre più grande perché si comunicherà al bambino che la famiglia non abbia alcuna intenzione di fornirgli informazioni sul tema e quindi avremo chi si rivolge ad un giornaletto perché a 14 anni non sa come nasca un bambino. È forse corretto tutto ciò?
L'Oms non suggerisce di insegnare nulla, ma semplicemente di dare risposte veritiere adatte con l'età. Questo significa che se un bambino ci chiederà come si nasce, non lo si metterà dinnanzi ad un film porno per fargli capire, ma si useranno termini adatti alla sua età per dirgli che un bambino nasce in un determinato modo.

Poi c'è il capitolo degli stereotipi di genere. La loro teoria è che maschi e femmine abbiano aspirazioni già decise nel momento stesso del concepimento, perché il loro sesso biologico dovrà condizionare le loro scelte secondo la cultura dominante. Il bambino dovrà essere avventuroso, la donna dovrà pulire casa e cambiare i pannolini.
Siamo nell'Italia della Montalcini e della Hack. La Cristoforetti è stata nello spazio per duecento giorni. Eppure pare che a loro tutto ciò non piaccia. Dicono che la donna non deve poter ambire a lavori "maschili" (lo spiega bene lo spot della Manif pour Tous che sostiene che sia inammissibile dire ad una femmina che se vuole potrà guidare un camion) e sostengono la scuola abbia il dovere di uccidere le aspirazioni dei propri figli.

Poi, ovviamente, fra le pieghe ci sono anche le tesi omofobe. Si ritiene che ai ragazzi debba essere insegnato che c'è una sessualità giusta ed una sbagliata, motivo per un ragazzo lgbt deve essere spinto a sentirsi emarginato e diverso. Si chiede sia lasciato solo se i suoi compagni lo prendono in giro per mera ignoranza, sostenendo che la scuola abbia il dovere di non sfatare i pregiudizi nel nome della realtà.
Nel caso della transessualità, si sostiene non debba essere assolutamente proposta in modo positivo temono che i loro figli "decideranno" se essere maschi e femmine. Una tesi simile non solo è assurda a priori, ma mostra anche l'ipocrisia di chi non riesce neppure a rendersi conto che il genere non si sceglie così come non l'anno scelto loro.

Quindi difendiamo sì i nostri figli, ma dagli ideologi di una dittatura maschilista che vorrebbe uccidere i loro sogni ed aspirazione nel nome della tradizione. Siamo nel 2015, forse sarebbe anche ora di smetterla di dire che Dio ha creato la donna dalla costola di Adamo per gratificare i suoi bisogni (anche perché altrimenti bisognerebbe spiegare come si sia protratta la specie dato che hanno avuto due figli maschi).
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