Paragonò i matrimoni gay all'omicidio. Ora l'arcivescovo di Minneapolis è sotto inchiesta per aver insabbiato un caso di pedofilia


L'arcivescovo di Minneapolis, John Nienstedt, si è dimesso in seguito alle denunce rivolte alla sua arcidiocesi considerata colpevole di aver cercato di proteggere il prete pedofilo Curtis Wehmeyer, in prigione dal 2012. L'arcivescovo era già stato oggetto di un'inchiesta interna condotta dal vescovo ausilirare Lee Anthony Piché, anch'egli rimosso dalla sua carica in seguito all'accusa di aver avuto «comportamenti sessuali inappropriati con altri uomini». Secondo il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, non è da escludersi che l'arcivescovo di Minneapolis possa essere ora indagato anche dalla nuova sezione presso la congregazione della Dottrina della fede che esaminerà i casi di «abuso d'ufficio episcopale» nei casi di negligenza dinnanzi alle accuse di pedofilia del clero.

Per quanti non se lo ricordassero, l'arcivescovo di Minneapolis è la stessa persona che nel 2012 si lanciò nel paragonare i matrimoni gay con l'omicidio. Alle polemiche che ne seguirono, rispose che la sua unica intenzione era quella di «difendere i bambini» dalla società odierna. Peccato che poi non li abbia difesi dagli abusi perpetrati da preti pedofili.
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