ProVita invita alla disubbidienza delle leggi: «Il diritto naturale insegna che la legge ingiusta non deve essere rispettata»


L'associazione ProVita ha deciso di dichiarare guerra allo stato ed ha invitato tutti i suoi seguaci a disobbedire alle leggi che non si condividono. Si sostiene che esita un «insieme di regole eterne, fisse e immutabili, scritte nella natura umana» e ci si autoproclama detentori della conoscenza necessaria a decidere quali siano. Pare incredibile, ma è quanto sostenuto da Antonio Brandi nel'editoriale pubblicato sul nuovo del notiziario diffuso dalla sua associazione.

Nell'articolo si afferma che:

La progressiva secolarizzazione della civiltà, nell’Ottocento, ha portato alla prevalenza della concezione "positivista" del diritto: la legge è solo quella statuale. Quindi la legge è relativa al tempo, ai luoghi e alle persone che la promulgano. Il diritto naturale è relegato nel campo della morale, non conta.
E così, a poco a poco, l'uomo ha pensato di potersi appropriare di ciò che è giusto e di ciò che è bene, a sua totale discrezione. Il dittatore si manifesta apertamente in tal senso. Invece lo Stato democratico tende a celarsi dietro l'alibi del principio maggioritario e vuole far passare per giusto e bene tutto quello che la "democrazia" vuole. In tutti e due i casi si assiste alla costruzione di un sistema totalitario, dove lo "Stato etico" pretende di decidere per legge ciò che è bene e ciò che è male: la legge positiva prescinde dalla legge naturale.

Promesso che la democrazia sia un sistema inadeguato di governo dato che il sentimento religioso deve essere ritenuto prioritario, si passa ad elencare tutte le norme che devono essere ritenute inaccettabili:

Questo accade nella cultura relativista dell’Occidente: divorzio, aborto, droga, eutanasia, “matrimonio” gay, sono legalizzati da norme positive che pretendono di creare nuovi “diritti”. Il diritto al figlio o al non-figlio, per esempio. E tentano di inserire tra quei diritti inviolabili dell’art. 2 ogni desiderio che sia concepito da mente umana: non vogliono rendersi conto che questi “nuovi diritti” non sono tra quelli “riconosciuti”, ma sono creati dalla legge!

Si passa poi a sostenere che le leggi non condivise non debbano essere rispettate:

Per quanto gli uomini si diano da fare, però, i diritti naturali non sono modificabili: sono sempre lì, scritti nel cuore dell’uomo. Non c’è “Dichiarazione Universale” che tenga. E il diritto naturale insegna che la legge ingiusta non deve essere rispettata: la disobbedienza civile e l’obiezione di coscienza, esistono da sempre, ai tempi di Antigone, come ai giorni nostri, in cui la gente perde il lavoro o la libertà pur di non adeguarsi a leggi assassine e contro natura.
Bisogna riflettere con buon senso e razionalità. Non lasciarsi influenzare dalle mode e dalla propaganda. Le leggi contro natura non sono leggi. E con la forza della Verità e del Bene ciascuno di noi può continuare a combattere la buona battaglia per la Vita e per la Famiglia, con la certezza che il male, alla fine, divorerà se stesso.

Riassumendo, si sostiene che le leggi dello stato siano indicazioni e che ognuno debba essere libero di scegliere quali diritti concedere agli altri e quali debbano essere negati, indipendentemente dalle leggi. Il tutto, ovviamente, presupponendo che i cristiani integralisti siano dalla parte del giusto e, pertanto, i loro diritti debbano essere riconosciuti a priori.
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