I lettori de Il Giornale plaudono a Taormina: «I gay hanno rotto le palle generano strani pensieri nei bambini normali»


Sappiamo tutti come i lettori de Il Giornale non perdano occasione per ostentare la propria intolleranza verso tutto e tutti, forti di in un quotidiano che non perde occasione per indottrinarli all'odio. Ed è così che dinnanzi agli insulti che Carlo Taormina ha riservato a gay e lesbiche, i commenti sono quasi unanimi nel plaudire all'insulto.
«Pienamente d'accordo che questi individui anno rotto le palle da un bel po di tempo», dice un utente che appare infastidito da chi non subisce discriminazioni in silenzio. «Il ragionamento che non fa una grinza», aggiunge un altro. Qualcuno critica i termini ma plaude alla sostanza di chi chiede che i gay non debbano potersi mostrare in pubblico: «Dichiarazioni estreme, che difettano nella forma, il che desta meraviglia provenendo da un avvocato. Ma come si può non dargli ragione nella sostanza?».
Non manca chi si lancia nel sostenere che i gay vogliano rendere gay i figli degli altri (forse ignorando come l'omosessualità sia una caratteristica naturale innata) e scrive: «Pensiero condivisibile quello di Taormina: una minoranza, peraltro gay, non può stare a disturbare il resto del Paese oltre a generare strani pensieri nella mente dei bambini normali che vedono, sentono e assistono».
E poi, ancora, c'è chi scrive: «ha perfettamente ragione», «Taormina for president», «bene, bravo, esprime ciò che pensa la maggioranza normale», «Taormina sei un mito», «mai sentito niente di più condivisibile. Se noi siamo omofobi, "loro" sono eterofobi».
Una tizia aggiunge: «Non so se l'avvocato Taormina pensa davvero quello che dice, ma sicuramente quello che ha detto lo pensano la maggioranza delle persone. Ognuno può vivere la sessualità e la propria vita sentimentale come meglio crede, ma il riconoscimento dei diritti delle unioni civili sono la rappresentazione di un film mentale di pochi che cercano di imporre a tutti. Un bimbo ha bisogno di una madre e un padre e non di due gay».
Tanto basta per poter constatare come esiste una parte malata del Paese che plaude agli insulti e reputa l'eterosessualità come la «normalità». Forse sono le stesse persone che sino a pochi anni fa costringevano i mancini a scrivere con la destra (anche se è stato provato come quella violenza avesse effetti devastanti sulla crescita). Insomma, c'è sempre chi si sente migliore dell'altro e si lamenta se qualcuno chiede uguali diritti a fronte di chi invoca privilegi personali.
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