Il Giornale contro l'Europa dei diritti: «Ci tocca sperare nella Russia»


Non è facile pensar bene dinnanzi ad un articolo de Il Giornale intitolato «La Ue ci molla i profughi e impone le nozze gay». Non solo perché la Corte Europea dei diritti dell'uomo non ha nulla a che fare con la UE, ma soprattutto per alcune tesi sostenute da Renato Farina. Se il nome non vi fosse nuovo, si tratta dell'onorevole del Pdl che nel 2012 si dichiarò autore del pezzo per cui venne stato condannato Sallusti.

Nel suo articolo l'uomo sostiene che se «se l'Europa obbligasse l'Italia a benedire i matrimoni di gay e lesbiche, la faccenda sarebbe semplice» dato che bisognerebbe rispondere: «Al diavolo l'Europa, fuori subito». Afferma anche che i giudici della Corte europea dei diritti umani (a cui i cittadini possono rivolgersi se reputano che uno stati stia violando i propri diritti) non debba poter «calpestare un popolo sovrano quale noi siamo» perché «non ci possiamo far dire da nessun prepotente chi sposare e chi no. Sono questioni che riguardano il sentimento che una comunità ha di se stessa, la forma che vuole dare alla sua convivenza: c'è di mezzo un'idea della vita».
Farina sostiene persino che «dovrebbero essere anche gli italiani e le italiane omosessuali a ribellarsi per questo atto tirannico. Chi infatti ha delegato a sette parrucconi di Strasburgo il potere di scavalcare la sovranità del nostro popolo? Io no. E nemmeno tu che leggi. Neppure l'Arcigay».
Curiosamente sia Il Giornale che il Pdl erano di tutt'altra opinione quando fu berlusconi a rivolgersi a Strasburgo per mettere in discussione la sovranità italiana.

Si passa poi ad analizzare la sentenza e lamenta di come «i giudici di Strasburgo della quarta sezione hanno preso molto sul serio una sentenza dei colleghi della Corte costituzionale italiana che raccomandava al Parlamento di legiferare sul tema». Insomma, a suo dire inammissibile che qualcuno possa davvero dar retta agli organi dello stato in merito ad mancato riconoscimento dei diritti costituzionali.
Si ringraziano poi Sacconi e Giovanardi per il loro sostenere che «ci si può benissimo limitare a riconoscere i diritti individuali, senza adozioni né uteri in affitto e senza pensioni di reversibilità. E dunque la legge oggi in discussione (la Cirinnà) non c'entra un tubo con la sentenza, perché in realtà per pura ipocrisia Renzi e soci si accontentano di chiamare unioni quelli che nella sostanza sono matrimoni». Un motivo per cui il Farina sentenzia che, dinnanzi ad un invito al riconoscimento di diritti civili, «l'Europa ha preso questa china, tocca sperare nella Russia».

In conclusione viene citato un deputato del Pd, Sergio Lattuca, che lamentandosi della lentezza con sui si sta procedendo in tema di diritti civili ha ironizzato: «Fra poco la battaglia per le nozze gay la fa Papa Francesco!». Il riferimento è lo spunto con cui Il Giornale cerca di legittimare con la religione il proprio rantolo d'odio, sostenendo che «questo Papa, sulle nozze gay, in Argentina, da arcivescovo e presidente della Cei locale, si batté con tutte le energie per impedire quella legislazione». Anzi, ci tiene a sostenere che Bergoglio scisse che il matrimonio egualitario «è una mossa del diavolo».
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