L'Area popolare propone l'anti-Cirinnà: ai gay solo diritti individuali


Ormai siamo alla farsa. Dopo la condanna di Strasburgo, ai partiti di destra pare non interessare che qualcuno li accusi di aver violato di diritti fondamentali dell'uomo, ma sono ossessionati dal tentare di trovare una scappatoia per non riconoscere le coppie gay e per negare i diritti costituzionali stabiliti Consulta.
Ed è così che l'Area Popolare ha presentato un'ignobile proposta di legge che vorrebbero opporre al ddl Cirinnà per statalizzare la discriminazione. La norma, firmata da Maurizio Sacconi, Alessandro Pagano ed Eugenia Roccella, mira a garantire solo diritti individuali che non riconoscano il valore dell'unione e che ogni diritto ai soli eterosessuali. Adesioni alla proposta sono giunte anche da Forza Italia, Lega a Fratelli d'Italia.

Tra i punti focali della proposta c'è l'esclusione dei gay da adozioni, diritti patrimoniali e previdenza pubblica. La proposta è infatti quella di lasciare invariata l'attuale situazione attraverso l'aggregazione di norme già esistenti. I punti che saranno toccati riguardano la materia sanitaria e quella penitenziaria: a loro dire, se un gay potrà visitare il compagno in carcere o in ospedale dovrà dirsi soddisfatto e non dovrà pretendere nulla di più. Il tutto, ovviamente, mentre sarà chiamato a lavorare e pagare tasse per garantire privilegi da cui verrà precluso qualsiasi coppia eterosessuale (anche quelle senza figli o quelle che contraggono matrimoni di interesse).

I firmatari della norma sostengono che la vita familiare dei gay non debba assolutamente essere riconosciuta dato che «un conto è il rispetto dei diritti individuali rispetto ai quali siamo favorevoli; un conto sono i diritti che fanno capo all'articolo 29 della Costituzione, cioè il matrimonio sul quale mettiamo una barriera invalicabile». Dinnanzi ad una così evidente discriminazione, hanno avuto pure il coraggio di sostenere che «con questa proposta di legge dimostriamo esattamente il contrario di quanto ci accusano, ovvero di essere omofobi».
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