Oggi potrebbe iniziare l'esame degli emendamenti alla legge sulle unioni civili


Oggi dovrebbe arrivare il parere della commissione Bilancio che permetterò la partenza della discussione in commissione Giustizia al Senato della proposta di legge sulle unioni civili. Se il Pd ha previsto sessioni notturne per oggi e giovedì, la grande incognita è rappresentata dall'ostruzionismo.
«È evidente -scrive su Facebook Monica Cirinnà- che solo durante lo svolgimento di queste sedute saremo in grado di valutare concretamente (se ancora ce ne fosse bisogno) se i colleghi di Ncd hanno intenzioni meramente ostruzionistiche oppure se c'è una vera volontà di dialogo concreto sul testo».
La calendarizzazione in aula nella settimana dal 3 al 7 agosto è infatti vincolata alla formula «ove concluso in commissione» e c'è dunque la possibilità che il partito di Alfano possa far saltare tutto. La senatrice Cirinnà ricorda però che che quella formula potrebbe anche essere rimossa dai capigruppo e qualora i lavori «non fossero comunque conclusi si potrà valutare di andare comunque in aula, ma senza che la commissione abbia votato il mandato alla relatrice. Tale scelta comporta alcuni rischi, ma ora non siamo in grado di stabilire se scegliere questa strada, oppure approdare in aula in settembre a lavoro di commissione concluso».

Il rischio è dunque di rivivere quanto avvenuto con la legge contro l'omofobia, arrivata lunga in aula e ripresa dopo un'estate di incessante propaganda omofoba da parte del mondo cattolico (salvo poi essere definitivamente distrutta dal noto subemendamento Gitti). Ed infatti anche stavolta Avvenire ha già lanciato una campagna per sostenere la raccolta firme di Gandolfini che intende impedire i diritti costituzionali delle persone lgbt attraverso le solite strumentalizzazioni di temi che non sono neppure inclusi nel testo.

Dopo la sentenza che ha condannato l'Italia e dopo anni dall pronunciamento della Consulta, c'è da chiedesi se questo stallo possa essere accettabile. L'impressione è di essere dinnanzi ad un governo a cui non frega nulla dei diritti dei cittadini, tant'è vero che quando si è trattato di garantire privilegi alla curia (a fronte di una sentenza della Cassazione che ha imposto il pagamento delle tasse agli istituti religiosi per non incappare in sanzioni per aiuti illegittimi alla Chiesa) sono bastate poche ore perché giungesse la presa di posizione del Governo che preannunciava come non si terrà conto della sentenza e con la legge di stabilità si interverrà per impedire che le scuole paritarie cattoliche debbano pagare l'Ici. Insomma, i diritti possono aspettare dato che i privilegi hanno ha priorità.
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