Per la prima volta un candidato alla presidenza dell'Uganda prende posizione contro l'omofobia


«Mi oppongo all'omofobia. Credo che il matrimonio sia tra un uomo e una donna ma l'omosessualità non è nulla di nuovo e sono stato molti chiaro nel dire che non dovrebbe esserci alcuna discriminazione e che ciò non comporti alcuna minaccia per il Paese». È quanto dichiarato dall'ex primo ministro ugandese Amama Mbazazi, attualmente in corsa per le presidenziali del 2016.
Posizioni simili appaiono coraggiose in un Paese omofobo come l'Uganda e in cui Mbazazi è uno tra i pochissimi politici ad aver mai espresso una posizione contraria all'omofobia di stato.

Le associazioni lgbt del Paese lo hanno elogiato per la sua posizione anche se non nascondono una certa preoccupazione riguardo alla possibilità che quelle parole possano essere utilizzate contro di lui in campagna elettorale.
Il paese è infatti classificato come una delle nazioni più cattoliche in Africa: il bigottismo e i problemi anti-occidentali contribuiscono fortemente a creare un clima di dilagante omofobia fra la popolazione. Vi è infatti la credenza che l'omosessualità non sia africana, anche se basterebbe guardare alla storia del continente per sapere che la comunità lgbt ha goduto di pieni diritti sino all'epoca della colonizzazione.
3 commenti