Gianfranco Amato contestato a Isola delle Femmine


La sua pagina Facebook parla di una «bellissima serrata». Stiamo parlando di Gianfranco Amato e del comizio anti gay tenutosi a Isola delle Femmine.
Certo, sono dovuti intervenire i carabinieri, ma quel dettaglio non avrebbe fatto bene alla propaganda di chi sostiene di essere la maggioranza del Paese grazie ad un tour che promette vantaggi personali in cambio di odio verso le minoranze. Ma in fondo da chi vive di mistificazione (e si definisce pure cristiano) non ci si può certo aspettare grande correttezza.
Dice anche di voler ringraziare chi gli ha dato la possibilità di raccontare le sue false verità e ringrazia «l'assessore Anna Maria Lucido che non si è fatta intimorire dalle accuse di "omofobia" delle associazioni lgbt». Anche lei era lì ad applaudire mentre sullo schermo passavano immagini prese da internet e di ragazzi che generalmente vengono insultati senza che possano rispondere alle accuse, in quel metodo di comunicazione a senso unico su cui vivono teorici del gender (quella proiettata sullo schermo apparirebbe Emily, una trangender statunitense che probabilmente non sa che la sua fotografia viene usata per sitigare all'odio nei suoi confronti. ndr).
Allo stesso modo il sindaco viene additato in una lista di prescrizione di chi non si è piegato ai diktat dell'integralismo cattolico, tant'è che vengono rivolte precise accuse «il Sindaco di Isola, Stefano Bologna ha bollato la serata come "omofoba" offendendo così centinaia di sui concittadini compreso il parroco ed il suo assessore. Ognuno fa le scelte che ritiene più opportune», dicono.
Insomma, dire a degli omofobi che sono omofobi è un'offesa, dire a dei gay che non devono avere diritti perché l'eterosessualità deve conferire privilegi assoluti (così come avveniva sotto il razzismo) è da lui ritenuto una bella rappresentanza del cristianesimo... E di questo stiamo parlando, perché nessuna delle teorie enunciate in quelle tesi trova riscontri o conferme all'esterno della grande macchina del fango messa in moto dall'integralismo cattolico.

Ma se nella favola raccontata da Amato pare che la serata sia stata tutta rose e fiori, nella sua ricostruzione sono state cancellate le contestazioni ricevuti. Tra il pubblico c'erano insegnanti, sociologi e comuni cittadini che hanno alzato la voce e hanno denunziato come la versione fornita fosse ideologica e ricca di falsità.
Amato ha approfittato della sua posizione privilegiata sul palco e ha iniziato a sfoderare la sua solita arroganza nell'insultare chi la pensava diversamente. A qualcuno ha detto che era «uno dei soliti provocatori», a qualcun altro ha urlato di «studiare l'inglese». Sorrisi sprezzanti sono stati riservati anche a chi criticava la sua volontà di rendere legge la sua visione cattolica in sui il sesso è il più grande dei mali.
La situazione è però precipitata quando qualcuno ha iniziato a tirar fuori i documenti citati da Amato, mostrando che l'interpretazione fornita veniva chiaramente smentita dal testo. Sull'altro fronte c'è chi ripeteva a pappagallo le tesi fornite dall'integralismo cattolico, sostenendo che qualcuno (ossia Amato e i suoi amici) gli ha detto che fantomatiche lobby vogliono insegnare il sesso ai bambini di quattro anni.

Un'altra baragge ha riguardato la distribuzione dei libri di Amato, venduti sulla pubblica pizza con un prezzo di copertina di 16 euro. Dapprima c'è chi ha detto che quei libri venivano venduti per finanziare la propaganda omofoba di Amato poi, una volta appurato che non c'era alcuna autorizzazione alla vendita, qualcuno ha iniziato a dire che i volumi erano lì per essere distribuiti gratuitamente.

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