Il senatore Malan: «Dopo la mafia arriva Arcigay»


«Dopo la mafia arriva Arcigay». A scriverlo un messaggio pubblicato su Twitter è il senatore di Forza Italia Lucio Malan in riferimento alla notizia della concessione di due beni confiscati alla mafia all'Arcigay di Messina. La frase è stata inserita come commento ad uno dei soliti articoli di propaganda d'odio firmati dagli integralisti di Notizie Provita, pronti a sostenere che la delibera sia parte di un piano per la diffusione della «ideologia omosessualista».

In quelle paginesi sosteneva che qualsiasi altra associazione sarebbe stata più meritevole di ricevere l'usufrutto di quegli immobili, sostenendo che i gay non sono certo «le più deboli, bisognose, discriminate e sofferenti» se non per «la sofferenza interiore, dovuta proprio alla condizione oggettiva che vivono». Insomma, preferendo il preconcetto alla realtà dei fatti, si è sostenuto per l'ennesima volta che i gay sono dei malati e che lo stato deve discriminarli dato che si sostiene che lo stato non debba «loro credere che la felicità stia nel rivendicare e vivere l'orgoglio gay».
Non è mancato il vittimismo di chi sostiene che i diritti dei gay privino gli altri di qualcosa, attraverso generalizzazioni degne di bambini di prima elementare: «E pensare che in tutta Italia ci sono tante e tante persone gravemente invalide e che avrebbero davvero bisogno di cure e assistenza -dicono- Cure e assistenza spesso negate dallo Stato. Qualcuno forse pensa a coloro che si trovano in stato vegetativo? Qualcuno pensa alle famiglie che devono farsi carico di queste tragiche situazioni?». Il tutto per finire con il solito rantolo d'odio volto a sostenere che «si è favorito un ente promotore di opinioni morali francamente discutibili e che strumentalizza gli omosessuali. I quali, lo ripetiamo, di tutto hanno bisogno fuorché della mortifera ideologia gay».

Dinnanzi a veri e propri insulti alla dignità umana, scritti da chi sostenere che l'orientamento sessuale sia una "ideologia" e che si necessario perseguitare le persone che non hanno un orientamento sessuale tradizionale, un senatore della repubblica non solo non ha speso una sola parola per condannare quelle parole inaccettabili, ma ha persino paragonato l'Arcigay alla Mafia.
Il tutto in quel clima di continuo insulto che i politici più omofobi d'Italia sono pronti a cavalcare pur di ottenere l'appoggio da parte della Chiesa ai danni dei cittadini in una Repubblica che non appare più democratica ma sempre più simile ad una dittatura nazista in cui la dignità umana sia sacrificabile in cambio di una poltrona. E dinnanzi a politici pronti a legittimare l'odio, qualcuno si può ancora stupire della crescente ondata di violenza che sta colpendo migliaia di gay nel pieno disinteresse di una politica a cui non interessa più nulla dei cittadini ma solo di quegli integralismi che possono assicurargli voti?
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