La spot statunitense contro gli stereotipi di genere


Il mondo cattolico apprezza molto gli stereotipi di genere, perché sono un mezzo per poter mantenere il controllo. Si può sostenere che un uomo abbia il diritto di leggere la Gazzetta in poltrona mente la donna gli lava le mutande perché deve essere così. O si può dire che una donna può essere solo un'umile suora il cui compito sia quello di riverire l'uomo che è l'unico deve avere il diritto a posizioni di prestigio all'interno della gerarchia.
Insomma, la vita non ha ambizioni, non ha sogni e non ha passioni: la vita è determinata dall'avere il pene o la vagina (così come più volte ribadito da Adinolfi e amici). Tutto il resto non conta perché è solo in quel modo che le nuove generazioni potranno essere imprigionate in quella gabbia costruita da chi sostiene che l'uomo non debba essere altro che una fotocopia di qualcosa di già scritto, perennemente indirizzato a ricoprire il ruolo che altri sostengono debba ricoprire. Lo scopo il chiedere che tutti si annullino e si uniformino, perché chi non ha potere decisionale non è una minaccia.
Quello che è difficile cogliere è perché della gente che sostiene di voler «difendere» i propri figli voglia così male alla propria prole da cercare di costruire un mondo in cui non si ambisce alla felicità e all'autodeterminazione, ma ad un grigiume di uniformità in cui l'essere umano è spogliato dalla sua essenza al solo fine di compiacere gli altri.

A sfidare questa situazione è uno spot realizzato dalla Texas Association Against Sexual Assault, il quale ben ci illustra di cosa si stia parlando. le immagini ci portano a rivivere frasi che prima o poi a tutti è capitato di sentire: «Le ragazze non giocano a football», «gli uomini non piangono», «giochi come una ragazzina, «sii uomo». E questo senza entrare nei casi più gravi, dato che questo è il punto di partenza anche per veri e propri crimini (si pensi a quanti stupratosi sostengano che una donna dica «sì» anche quando dice «no»).
Nel finale si lancia però un messaggio positivo, sostenendo che è possibile sfidare questi pregiudizi e che è possibile raggiungere la felicità anche se altri vorrebbero negarla per sentirsi rassicurati da una storia che non cambia, in cui tutto è già stato scritto nel nome di una mediocrità che li possa far sentire persone migliori.

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