Roma. La chiesa viene concessa per il funerale di un boss mafioso, ma a quello di Welby


Nuovi segnali allarmanti paiono giungere da una Chiesa che pare aver perso il proprio cammino. Non solo è strenuamente impegnata nell'impedire che due uomini o de donne possano amarsi, ma ora pare prediligere chi ruba ed uccide a chi chiede dignità.

Nei giorni scorsi la chiesa di Don Bosco a Roma ha celebrato i funerali di Vittorio Casamonica, 65enne, esponente di punta dell'omonimo clan romano. La bara è stata portata in chiesa su una carrozza trainata da cavalli mentre la musica del "Padrino" faceva da sottofondo. Da un elicottero venivano gettati petali di rosa, mentre all'esterno della chiesa, è stato appeso un manifesto con la scritta "Hai conquistato Roma, ora conquisterai il paradiso". L'uomo è accusato di usura, racket e traffico di stupefacenti.

Eppure quella stessa chiesa si è rifiutata di dare l'estremo saluto a Piergiorgio Welby. Il Vicariato di Roma ha sostenuto che il sacramento è stato negato all'uomo perché «si è messo in contrasto con la dottrina cattolica». Malato di distrofia muscolare, Welby è morto nel 2006 ed ha l'unica "colpa" di essere andato contro l'accanimento terapeutico e aver lottato a favore dell'eutanasia. Ma la Chiesa preferisce celebrare chi ha portato morte che chi chiede dignità.
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