Secondo Simone Pillon, la condanna dell'omofobia è già «ideologia gender»


«La presidente della regione [Basilicata] sostiene l'ideologia del gender e al tempo stesso dichiara che il gender non esiste». A dichiararlo è Simone Pillon, segretario del comitato che ha organizzato il Family Day e presidente del Forum delle associazioni familiari dell'Umbria.
L'uomo sostiene che quella fantomatica ideologia sia ravvisabile perché «nel suo programma leggo una interessante amenità. La governatrice infatti si spericola in valutazioni socio-antropologiche e sostenendo pericolosamente che l'omofobia e la transofobia oltraggino la libertà, che è diritto alla diversità, e insultano la giustizia e l'uguaglianza, senza le quali non esistono diritti ma solo privilegi per alcuni».

A suo dire, dunque, la condanna dell'omotransofobia sarebbe già da ritenersi «ideologia gender». Pillon non si ferma lì e nella sua intervista afferma che: «Anche io come tutte le persone dotate di buon senso sono contrario ad ogni discriminazione e più ancora ad ogni violenza. Mi chiedo però per quale ragione ci si debba limitare a contrastare le discriminazioni o le violenze solo se queste sono dettate dall'agenda gender. Perché non opporsi alla violenza sui ciccioni? O perché non tentare di arginare il bullismo verso gli sfigati?».
Naturalmente la risposta vien da sé, dato che quelle forme di violenza vengono già condannate e non c'è il rischio che un qualche professore di religione entri in una classe a dire che l'essere sfigato è un peccato gravissimo o che l'essere ciccioni deve impedire la possibilità di avere una vita familiare riconosciuta dallo stato. Il sostenere che bisogna evitare tutte le discriminazioni è come affermare che non bisogna affrontarne nessuna, dato che è evidente che certe discriminazioni possano essere combattute solo attraverso l'informazione (quella che peraltro loro vogliono impedire) e non per una qualche intercessione dello Spirito Santo.

Pillon si lancia così nel sostenere che «la lotta deve essere contro ogni forma di violenza e ogni forma di discriminazione. Altrimenti si rischia di privilegiare una posizione magari perché oggi è di moda o è sostenuta da potenti lobbies nordamericane piene di soldi, lasciando che realtà ben più bisognose siano costrette a cavarsela da sole».
E chi sarebbero queste realtà così discriminate che starebbero peggio di chi rischia di essere picchiato per il solo fatto di esistere? Secondo Pillon «oggi la vera, grande discriminata è la famiglia. Mamma e papà che corrono tutto il giorno, contemperando lavoro, cura dei figli, sostegno ai genitori anziani o malati che non vengono affatto aiutati dalla Regione».
Si ipotizza dunque che i gay non facciano nulla da mattina a sera, che non abbiano famiglie e che probabilmente siano nati dal nulla dato che si suppone non abbiano genitori malati o anziani. Ma nlla sua ricostruzione i gay sono solo quelli che «vogliono i capricci» perché chiedono uguali diritti.
Come consuetudine il discorso così viene dirottato sui figli e si sostiene esista un «supremo interesse del bambino a crescere con mamma e papà» dato che «gli animalisti dicono che non si devono separare i cani dalla madre per i primi due mesi di vita». Non pago di aver paragonato i bambini ai cani (il cui reale problema è che verrebbero adottati da persone e non da altri cani, ndr) parte la sua solita litania sulla maternità surrogata e sul sostenere che «in nome dei diritti civili delle persone lgbt si chiede si chiede di separare i neonati dalle madri per consegnarli alle coppie gay che li hanno acquistati».
Ovviamente nessuna legge sulle unioni civili affronta il tema e il reale problema di Pillon pare sia quello che quei bambini avrebbero due padri o due madri dato che non critica le coppie eterosessuali che ricorrono alla procreazione assistita (che infatti verrebbe estesa ai gay solo perché già prevista per gli etero). Al solito si fa anche finta di non sapere che alcuni figli nati in maniera naturale da precedenti relazioni e che nessuno è stato adottato da un orfanotrofio solo perché lui e i suoi amici fanno di tutto per impedire che ciò avvenga.

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