Sindaco leghista vuole vietare ciò che non esiste: «Non permetterò mai che nelle scuole di Prata venga introdotta la teoria Gender»


Non esiste alcuna «ideologia gender», ma esiste una paura alimentata dall'integralismo cattolico verso un qualcosa che non esiste. Non a caso la sua definizione continua a cambiare significato: a volte dicono che si parli di transessuali, altre volte di omosessuale, in altre ancora di matrimoni gay... Insomma, tutto fa brodo dato che ciò che conta è la paura, ossia lo strumento che permette di ottenere potere politico in cambio di una presunta protezione.
A salire sul carrozzone di chi vuole cogliere questo vantaggio politico non poteva mancare la Lega Nord, da sempre un punto di riferimento per razzisti e xenofobi. In mezza Italia hanno fatto approvare emozioni ideologizzate e discriminatorie scritte dai Giuristi per la vita, ed ora cercano i voti dei partecipanti al Family Day. Appaiono infatti tratte dalla stampa più integralista le false teorie con cui sindaco di Prata di Pordenone, il leghista Dorino Favot (nella foto), ha promesso che «Non permetterò mai che nelle scuole di Prata venga introdotta la teoria Gender, un’invenzione subdola e negativa che se applicata porterebbe alla rovina le future generazioni rispetto ai temi della sessualità».
Se ovviamente è impossibile che si introduca un qualcosa che neppure esiste, è riferendosi ai manifesti dalla Manif pour tous Italia che l'uomo si è scagliato contro una riforma della scuola che include anche la prevenzione della violenza sulle donne. Ma dato che la battaglia si basa sull'abbattimento degli stereotipi di genere, il leghista si dice certo che «vogliono insegnare ai nostri figli ad appartenere ad un altro sesso, che non esistono mamma e papà, ma genitore 1 e genitore 2. In alcuni asili i bambini possono scambiarsi i vestiti tra maschi e femmine ed esplorare il corpo».
Sempre basandosi sulle false affermazioni delle associazioni omofobe e con evidente ignoranza della materia trattata, il sindaco ha anche sostenuto ce «la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni»i; sia da ritenersi una «aggressione alla famiglia». Vien da sé che i casi sono due: o si è dinnanzi ad un uomoc he parla senza neppure conoscere ciò che critica, o si è dinnanzi a qualcuno che sostiene che la famiglia sia sinonimo di violenza verso le donne. In entrambi i casi, si è dinnanzi ad un fatto grave.
Eppure Favot annuncia che «ribadirò la mia posizione con una nota scritta alla dirigente scolastica ed al presidente del consiglio di istituto affinché si blocchi sul nascere qualsiasi iniziativa in tal senso e venga salvaguardato il piano dell’offerta formativa, secondo i corretti canoni educativi».
7 commenti