Kim Davis è stata incarcereta: si è rifiutata di rispettare le sentenze che le intimavano di rilasciare licenze matrimoniali anche ai gay


Kim Davis è l'ufficiale civile di Rowan County (Kentucky) che per oltre due mesi si è rifiutata di rilasciare licenze matrimoniali alle coppie gay nonostante la sentenza della Corte Suprema le abbia riconosciute come un diritto costituzionale. La donna sostiene infatti che quelle unioni siano contrarie ai suoi convincimenti e che pertanto ritenesse di avere il diritto di impedirle.
Portata in tribunale, ha ripetutamente perso tutte le cause intentate e i giudici hanno sempre ribadito che non sia sufficiente dichiararsi cristiani per potersi esimere dal rispetto della legge. Sulla questione si è pronunciata, anche la Corte Suprema, ma anche in quel caso la donna ha continuato a negare le licenze matrimoniali nell'esercizio del suo ruolo istituzionale.

Ieri mattina la donna è stata ascoltata -insieme al suo vice e vari impiegati della contea- dal giudice distrettuale David Bunning che ne ha deciso la reclusione per oltraggio alla Corte dopo che l'imputata ha deliberatamente deciso di ignorare la sentenza del 12 agosto che le ha ordinato di rilasciare le licenze matrimoniali anche alle coppie gay. Il giudice ha anche spiegato che che la reclusione è stata resa necessario dal fatto che una multa non avrebbe sortito alcun effetto dato che probabilmente sarebbe stata pagata dai gruppi omofobi che sostengono la donna.
Va anche ricordato che la donna ha accettato quell'incarico impegnandosi a espletare i propri doveri «senza pregiudizi, preferenze, parzialità». Ora sostiene che gli atri debbano rivolgersi altrove per veder riconosciuti i propri diritti senza che lei voglia abbandonare l'incarico che prevede incarichi a vuole adempiere. Dacché si è osservato che «non si può sostenere che il funzionario che ricopre il ruolo di segretario della contea possa rifiutarsi di agire in conformità con la Costituzione degli Stati Uniti».
Gli avvocati di Davis (appartenenti gruppo di odio anti-gay Liberty Counsel) sostengono che il rifiuto sia protetto dal Primo Emendamento, asserendo che l'emissione di quelle licenze a coppie dello stesso sesso avrebbe «irrimediabilmente» danneggiare la sua coscienza. Peccato che quell'ipotesi sia già stata respinta sia dal 6 ° Circuito degli appelli che dalla Corte Suprema.

Dinnanzi al tribunale un centinaio di persone hanno manifestato a sostegno della Davis. Per tutto il tempo della discussione hanno intonato senza sosta il canto "Dio è grande!". Predicatori anti-gay fermavano i passanti per dire che gli omosessuali devono fuggire dal loro peccato e andare incontro a Gesù. Tra gli slogan erano presenti anche alcuni cartelli sui cui era stato scritto che "l'amore omosessuale è odio" o in cui le persone lgbt venivano etichettate come "terroristi" e "stupratori".

La donna rimarrà in carcere per la notte. Al momento solo suo figlio, che lavora assieme a lei, continuerà a non rilasciare le licenze matrimoniali a coppie formate da persone dello stesso sesso. Gli altri cinque dipendenti hanno invece deciso di non obbedire più ai suoi ordini e inizieranno a concedere quelle carte, anche se l'assenza della firma della Davis potrebbe finire con l'invalidarle.

La Davis si è convertita al cristianesimo quattro anni fa, dopo ben quattro matrimoni e altrettanti divorzi.
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