La Corte Suprema Usa conferma che anche i «cristiani devoti» devono rispettare la legge


L'integralismo è incessantemente impegnato nel tartane di far passare l'idea che la religione possa rendere le persone immuni dal rispetto della legge se si definiscono cristiani. Fortunatamente la Corte Suprema statunitense ha messo fine a questa farsa ed ha chiarito in modo inequivocabile che un cristiano non è superiore alla legge e che i doveri di un impiegato pubblico non permettono di discriminare o tentare di privare gli altri dei propri diritti solamente perché si sostiene che sia Dio a volerlo.
Il pronunciamento è giunto in merito al caso di Kim Davis, una funzionaria del registro della contea di Rowan (nel Kentucky), che si era appellata alla sua libertà di coscienza nel sostenere di non voler rilasciare licenze matrimoniali a coppie formate da persone dello stesso sesso. La sua tesi è che la sua religione le avrebbe imposto di ritenere che solo le coppie eterosessuali debbano avere tale privilegio, anche se la legge dice il contrario.
William Smith, Jr. e James Yates avevano avanzato per ben tre volte la richiesta per ottenere la loro licenza matrimoniale, ma tutte le volte si erano sentiti rispondere che nel nome di Dio la donna non avrebbe permesso loro di poter vedersi riconosciuto quel diritto. La questione ebbe anche grande visibilità sui media grazie ad un filmato con cui i due ragazzi documentarono il comportamento del funzionario pubblico.
Davis venne poi portata in tribunale e perse. Si appellò alla Corte Suprema, dove i suoi avvocati non portarono altra motivazione che il sostenere che la donna fosse «una cristiana devota» e che pretendesse «asilo per la sua coscienza» nel nome della libertà religiosa. Peccato che la rivendicazione violasse il Primo Emendamento della Costituzione statunitense, motivo per cui i giudici le hanno dato torto e hanno ribadito che anche dovrà attenersi alle leggi senza poter imporre il proprio volere attraverso azioni illegali. Ora la devota cristiana dovrà attenersi alla legge ed adempiere i suoi doveri nel rilasciare la licenza matrimoniale alla coppia.
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