La rete degli studenti contro la mozione omofoba veneta che cavalca l'isteria gender


Il mondo accademico è concorde nell'affermare con assoluta certezza che non esiste alcuna "ideologia gender". Esiste però una isteria gender, scatenata da gruppi politici che hanno ideata un'assurda teoria per poi sostenere che qualcuno la volesse introdurre. È folle pensare che qualcuno suggerisca a dei bambini di «poter scegliere» se essere maschi o femmine, eppure centinaia di comizi di disinformazione hanno generato paura verso una tesi che è stata creata dalle stesse persone che ora l'attaccano.
Eppure si è dinnanzi ad un fatto che non va sottovalutato, perché è la paura che può spingere la gente a rendere accettabile qualunque amenità gli venga propinata loro come un qualcosa che possa garantirgli sicurezza (e poco importa se la minaccia è finta e studiata a tavolino solo per garantirsi la loro sudditanza e i loro voti).
A sottolineare la gravità del fenomeno è anche la crescita esponenziale che il termine "ideologia gender" ha registrato negli ultimi mesi sui motori di ricerca. E non è certamente un caso se le regioni più colpite da quell'isteria risultano il Veneto, il Lazio, la Lombardia e la Campania: tutte aree in cui le destre cercano di ottenere voti proponendo mozioni omofobe che calpestano i diritti basilari e la dignità di una parte di cittadini nel nome del nulla.
Tra gli atti più vergognosi e recenti c'è sicuramente l'approvazione della mozione omofoba veneta, volta a chiedere la discriminazione sistematica degli studenti gay, l'abolizione di qualunque educazione al rispetto e corsi obbligatori di omofobia (forse messi lì per alimentare maggior pregiudizio e garantirsi voti anche dalle generazioni future a fronte di programmi politici spesso basate solo sul razzismo, sull'omofobia e sulla xenofobia... in fondo odiare è più facile che risolvere l'emergenza lavoro).
Il fatto che in un documento dello stato siano citate frasi ideologizzate e prive di fondamento tratte dalla stampa ombrofoba dell'integralismo cattolico (senza neppure provare ad argomentarle con fonti attendibili, probabilmente anche perché non ce ne sono) ci deve mettere sul ritorno di un nuovo nazismo.

A criticare la mozione troviamo anche la Rete degli studenti che, attraverso un comunicato stampa, fanno sapere che saranno in piazza a Venezia il prossimo 5 settembre per manifestare a sostegno di una scuola che possa fornire loro informazioni utili e non ideologie scelte da un integralismo religioso che si nutre di odio. Nel comunicato affermano:

Apprendiamo la notizia dell'approvazione di una mozione omofoba e discriminatoria a cui ci opponiamo con fermezza. Da sempre attivi nella lotta alla discriminazione ed all'omofobia, temi più volte protagonisti delle nostre campagne, non possiamo che discostarci da qualsiasi tentativo di fomentare la confusione di incomprensioni sui temi gender e ci costringe a continuare a combattere contro l'omofobia alimentata da questa propaganda basata sull'ignoranza. Pensiamo che nell'attuale contesto sociale la scuola debba in primo luogo essere in grado di fornire un'educazione al rispetto e alla consapevolezza dell'esistenza di diversi tipi di orientamento sessuali e identità di genere e delle tante famiglie che, pur differenti tra loro, devono essere poste sullo stesso piano.
Crediamo che sia fondamentale spingere il sistema educativo a promuovere occasioni di formazione già dai primi livelli dell'istruzione ma tale risultato non si può raggiungere tramite la censura di materiali educativi per bambini, per questo abbiamo scelto di organizzare in collaborazione con altre associazioni del Veneto impegnate nella lotta all'omofobia una manifestazione a Venezia in data 5 settembre. Sarà un'occasione per festeggiare la libertà personale di ciascuno e ribadire la nostra condanna nei confronti di chi tenta di porvi limitazioni e di aumentare la paura della diversità, tentando di limitare la formazione riguardo a questi temi.
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