L'integralismo cattolico contro la Glaad: inaccettabile porre domande sui gay


L'integralismo cattolico non tollera che i cristiani omosessuali possano lanciare appelli al papa: la loro ideologia è volta a sostenere che gay e lesbiche siano il male assoluto, da abbattere attraverso strategia naziste vole ad eliminare chiunque non si sottometta ai loro diktat. Nel caso specifico, la richiesta è che i gay non vivano per uniformarsi a chi crede che non sia l'uomo ad essere fatto ad immagine e somiglianza di Dio, ma sia Dio ad essere fatto a sua immagine e somiglianza (né più, né meno del vitello d'oro di biblica memoria).
In occasione della visita di Papa Francesco negli Stati Uniti, l'integralismo cattolico ha avviato una vera e propria macchina del fango che pare sia stata ideata per contrastare qualunque parola possa essere detta a sostegno delle vittime della loro propaganda di istigazione d'odio.
Ed è così che Il Timone si scaglia contro la Glaad e accusa l'associazione di aver osato stilare un documento per suggerire ai giornalisti alcune domande che interesserebbero la comunità gay. Dinnanzi a chi chiede sia fatta chiarezza sulla versa sensibilità sul tema dinnanzi a gerarchie ecclesiastiche che predicano posizioni non accettate dalla maggioranza dei fedeli, il sito sia affretta a dire che non è così:: sostengono che nessuno debba poter invocare la libertà di pensiero dinnanzi ad un'affermazione che giunge dall'alto (evidentemente l'obiezione di coscienza vale solo per chi la usa per discriminare). Gli fa eco la solita associazione ProVita, pronta a sostenere che un'associazione gay che si preoccupi delle istanze dei gay sia la prova dell'esistenza di una fantomatica «lobby gay».

Ma il vero capolavoro della disinformazione è l'articolo di Corrispondenza Romana, nel quale si afferma che «la coroncina del Rosario arcobaleno in versione gay friendly la nuova strategia degli attivisti Lgbt in occasione della visita di papa Francesco negli Stati Uniti». L'articolo si apre con l'immagine di quelli che sostengono siano i rosari arcobaleno creati per la visita del Papa, peccato che si tratti di un'immagine che circola dal 2014 e si riferisca ad un gadget creato in occasione di un convegno di cattolici omosessuali.
Se si cerca così di creare odio attraverso la presentazioni di immagini che non hanno nulla che vedere con l'impegno odierno, incredibile sono le rivendicazioni lanciate dal giornale integralista. Si sostiene che gay e lesbiche siano da condannare perché osano chiedere rispetto da parte di una Chiesa che deve prenderli a calci nel sedere. Scrivono infatti che:

Del resto, lo ha detto chiaramente Lisbeth Melendez Rivera, responsabile dei rapporti col mondo cattolico di Human Rights Campaign, un gruppo di militanti omosessuali: «Non stiamo cercando un'occasione di confronto», non è questo che interessa loro. «Siamo alla ricerca di un dialogo che comporti la piena inclusione della nostra gente nella Chiesa». Quel che vogliono è insomma un riconoscimento ufficiale, una sorta di patente di “bravi ragazzi”, pii e devoti, che viceversa Sacra Scrittura, Magistero e Catechismo non può loro assegnare. Almeno non nella Chiesa autenticamente cattolica.

Il messaggio che il giornale integralista vuole mandare è molto chiaro: sostiene che la cristianità sii misuri sulla base dell'odio e dell'astio che si manifesta nei confronti delle minoranze. E noi stupidi che davamo ascolto a Gesù e al suo sostenete che il cristianesimo sia amore verso il prossimo...
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