Trentino: le destre presentano mozioni per fermare il contrasto dell'omofobia e per censurare i libri che educano al rispetto


Sulla scia della mozione omofobe recentemente approvata in Veneto, anche le destre trentine appaiono interessate a calcare la paura verso il fantomatico "gender" per scopi meramente propagandistici. Ed è così che il gruppo consiliare Civica Trentina ha decsiso di presentare una vergognosa mozione che chiede alla Giunta regionale di sospendere con effetto immediato l'attuazione dei "percorsi di educazione di genere". Nel testo sinora anticipato, pare si sostenga che non esistano né omofobia né pregiudizi dato che «la ricerca, commissionata dal Forum per la Pace e svolta dall'Università di Trento, ha interessato ben un migliaio di studenti trentini e dato i seguenti risultati: il 91% ritiene giusto che gli uomini svolgano anche le faccende domestiche, il 58% ritiene che i ruoli di padre e madre siano del tutto intercambiabili, il 96% ritiene che la carriera sul lavoro sia adatta anche alle donne, il 91%, infine, ritiene che le donne siano adatte alla politica esattamente come gli uomini».
Il punto di partenza è che un 4% di ragazzi convinti che una donna abbia capacità inferiori all'uomo vada bene, così come non hanno nulla da ridire su un 8% che pretende di restare seduto in poltrona mentre la donna pulisce casa. Ma a colpire è come si possa sostenere che none esistano pregiudizi mentre si rivendica la necessità di impedire che si possano trattare simili tematiche: se davvero non esistessero, allora perché bisognerebbe impedire di dire ciò che loro sostengono ogni ragazzo già pensi?
Nel documento si chiede anche di attivare dei percorsi per i genitori affinché venga fornita loro la possibilità di decidere quali lezioni far frequentare ai propri figli e da quali debbano essere esoneratati. C'è da chiedere se questa selezione varrà solo per impedire l'educazione al rispetto o se un genitore potrà chiedere che a suo figlio sia detto che la Terra è piatta e che il teorema di Pitagora non esiste.

Ma nel frattempo anche la Lega Nord non è restata a guardare ed ha cercato di garantirsi una fetta di elettorato omofobo. Attraverso un'altra mozione, il consigliere provinciale leghista Maurizio Fugatti ha invitato la giunta provinciale a ritirare quelli che lui definisce «libri gender», a fare fermare i corsi di educazione alla formazione di genere e a ritirare il disegno di legge per il contrasto all'omofobia.
Il leghista sostiene che libri come Piccolo uovo siano da ritenersi «di difficile comprensione per un bambino, storie che travalicano dall'insegnamento scolastico, narrazioni che nuocerebbero alla formazione personale del ragazzino e allo sviluppo armonioso della sua personalità». Da qui la richiesta di permettere la lettura solo di racconti che rappresentino famiglie tradizionali e che facciano sentire emarginato chi ha una sessualità diversa da quella degli altri bambini. Il tutto dopo essersi accertato che qualunque violenza legata all'orientamento sessuale non sia contrastata né punita attraverso appositi piani.

Nell'osservare come i promotori dell'isteria gender si siano affrettati ad applaudire l'iniziativa, fa riflettere quanto scritto dall'associazione integralista Provita:

Consultando il Catalogo bibliografico trentino emerge che i libri oggetto della contestazione di Fugatti sono tutti presenti, con numerose copie, nelle biblioteche di tutto il Trentino. E dalle ricerche nella banca dati risultano anche numerose copie in prestito.
Il problema culturale dunque c’è. La teoria gender non è un’invenzione e va contrastata con decisione.

Si sostiene dunque che sia un problema se qualcuno legge dei libri a loro poco graditi e che la libertà di educazione dei genitori deve essere impedita con la censura qualora li possa portare a scegliere l'inclusione anziché l'odio. Ma soprattutto fa sorridere come sostengano che la fantomatica "ideologia gender" esista davvero perché attribuiscono quel titolo a dei libri e l'esistenza di quei libri dovrebbe dimostrare che eiste l'etichetta che loro gli hanno attribuito (è un po' come dire che un regalo me l'ha portato Babbo Natale e il fatto che io abbia un pacchetto ne dimostrerebbe inequivocabilmente l'esistenza). Inoltre è difficile non notare che la loro definizione di "ideologa gender" preveda l'annientamento delle differenze, ma libri come Piccolo uovo non dicono culla si simile ma, al contrario, illustrano proprio come al mondo ci siano differenze da conoscere e rispettare. Ma per capirlo bisognerebbe leggere i libri al posto di censurarli...
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