Il movimento omofobo si scaglia contro Michela Marzano brandendo mele ed arance


Come prevedibile, l'associazione ProVita si è lanciata in una campagna di denigrazione nei confronti dell'Onorevole Michela Marzano e al suo sostenere tesi contrarie alla loro propaganda. Dopo il mancato tentativo di metterle il bavaglio (risoltosi poi con una concessione delle sale da parte dell'Università cittadina), l'associazione di Toni Brandi si è affrettata a sostenere che le famiglie omoparentali potrebbero procurare danni ai bambini (implicitamente sostenendo che sia l'eterosessualità e non le persone a creare dei bravi genitori(. In riferimento alla Marzano, scrivono:

Il punto fondamentale del suo argomentare è che per un bambino essere accudito (amato) da una mamma o da un papà, cioè da una donna o da un uomo, è esattamente la stessa cosa. Ragionamento consequenziale rispetto alla premessa cara agli ideologi del gender: l’indifferentismo sessuale. Maschi e femmine sono diversi solo per trascurabili, secondari, particolari anatomici. Le adozioni omosessuali non produrrebbero nessun rischio e nessun danno.

Dopo aver rivendicato la pubblicazione di «moltissimi articoli che smontano la teoria della “nessuna differenza” dal punto di vista psicologico e sociologico» e dopo aver asserito che «i bambini hanno molte più possibilità di crescere sani e sereni con mamma femmina e papà maschio», l'associazione si lancia nel sostenere che non servono argomentazioni dato che è «evidente» che la verità si quella dettata dal pregiudizio. Il tutto ostentando come l'assenza di argomentazioni li porti a cercare consenso attraverso un sentimento di pancia, non ragionato e spesso basato sull'abitudine e sugli stereotipi:

Ma tutto sommato il discorso “scientifico” non è necessario. C’è un’evidenza naturale e reale che è sotto gli occhi di tutti: esiste infatti una cosa chiamata realtà, contro cui non si può fare nulla. Per questo vi invitiamo a guardare il breve filmato qui sotto.

Si tratta di un filmato in cui il gruppo omofobo "Nelle note" gioca con mele ed arance per "spiegare" perché sia l'eterosessualità a rendere alcuni genitori migliori di altri. Scomodando Aristotele ed Husserl, Alessandro Benigni spiega che:

Diceva Aristotele nei Topici che èp da pazzi chiedersi le ragioni di ciò che l'evidenza dimostra come un fatto [...] La Marzano mette in difficoltà i suoi interlocutori dicendo, sempre sulla storia dell'indifferentismo sessuale, ma uomini e donne dov'è che sono differenti per un bambino? Il trucco è linguistico. Non si riesce a dirlo. Ma non si riesce a dirlo perché ha ragione Aristotele: è un fatto, è un'evidenza.
Chi di noi confonde il padre con la madre. Chi di noi nel pensare alla madre si rapporta dal punto di vista valoriale e simbolico come ci si rapporta con il padre?
Dal punto linguisctico è molto difficile. Come vi dico che il profumo della mela è diverso da quello dell'arancia. Sono buoni entrambi. Allora vuol dire che se i profumi sono uguali, allora non c'è differenza fra mela ed arancia?
D'altra parte io vorrei chiedere alla Marzano: se tra uomo e donna non ci sono differenze se non genitali, per cui per un bambini è uguale rapportarsi con il padre e la madre. Motivo per cui conclusono erroneamente questi signori che avere due uomini o due donne è come avere mamma e papà. Perché se è vero questo, le persone omosessuali cercano solo una mela? I maschi cercano solo i maschi e non cercano le femmine? Se sono uguali dovrebbero cercare anche le femmine, no?

Ed è così che l'associazione ProVita incalza:

Non spiega linguisticamente il “perché” della diversità: la storia della filosofia insegna, da Aristotele ad Husserl, che è una perdita di tempo, per non dire una pazzia, voler spiegare ciò che è evidente nella realtà. Qualcuno dovrebbe spiegarlo anche alla prof.ssa Marzano…

Peccato che in tutto questo ragionamenti ci sia un difetto di fondo: le premesse sono errate. Nessuno ha mai detto che non ci sia differenza fra un genitore e l'altro, tant'è che tutti gli studi hanno sempre evidenziato l'importanza dei ruoli anche all'interno delle famiglie omoparntali.
Basterebbe confrontarsi con altre persone per osservare che spesso l'esperienza personale non è uguale per tutti: per qualcuno sarà stata la madre ad essere più rigida, per qualcun altro il padre. Qualcuno si sarà rivolto al padre per chiedere il permesso di uscire, qualcun altro alla madre. Eppure, se le cose stessero come racconta il video, per tutti dovrebbe esserci la stessa esperienza dato che è il sesso biologico e non il carattere a fare la differenza.
Allo stesso modo è impensabile credere che il figlio di una coppia omogenitoriale non veda differenze fra i due genitori: anche in quel caso i sarà quello preferito per lo svago, quello a cui chiedere aiuto per i compiti o quelli più esastico se si deve chiedere il permesso di uscire fino a tardi. Dunque anche per loro è valido lo stesso discorso che il video proponeva come un qualcosa basato sul sesso biologico.
Se di indifferenziazione si vuol parlare, forse gli unici a crederci sono quelli che dicono che tutte le mele vanno bene purché stiano con un'arancia, indipendentemente dal contenuto.

L'indifferentismo è infatti una tesi inventata dalla propaganda anti gay, non un qualcosa che sia mai stato teorizzato in campo accademico. Vien sa sé che se si modificano le premesse, poi diventa facile tentare di arrivare a qualunque conclusione.
Il tema non è se la mela o l'arancia siano uguali, ma se a far la differenza sia il contenuto. Internamente saranno sempre e comunque due frutti diversi con due ruoli diversi, soprattutto per chi non si soffermerà a guardare la buccia.
A proseguire con il loro parallelo, c'è da chiedersi se sia più importante che la mela e l'arancia siano diversi o è più importante che siano buoni? Perché la mela potrebbe contenere un verme e l'arancia essere aspra... in quel caso, due buone mele o due buone arance non sarebbero forse meglio? E in fin dei conti ci sono mele verdi e mele rosse, arance e mandarini... la differenza non c'è solo per chi non la vuol vedere.

Inoltre, se di evidenza aristotelica dobbiamo parlare, si prenda come esempio la natura. Un cane vede nel padrone il ruolo del capo branco, ma ciò non significa che il cane sia convinto che il padrone sia un cane: c'è l'esigenza di un ruolo ed anche un essere umano può ricoprirlo senza che questo creai traumi o problemi all'animale. Anzi, in molti casi gli animali domestici avranno anche modo di avere una vita più agiata, dato che sarà il padrone ad occuparsi di nutrirli, coccolarli e curarli.
E dato che nel video ci si preoccupa molto delle persone con cui vanno a letto gli omosessuali, per rassicurare è sufficiente notare che il cane accetterà il padrone nel ruolo di capobranco, ma ciò non toglie che i suoi interessi sessuali restino rivolti ad animali della propria specie. Se il ruolo rendesse tutto uguale, allora il cane non dovrebbe più essere in grado di capire la differenza fra un cane e un essere umano...
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