ProVita vuole denunciare l'Unar per la sua lotta alle discriminazioni omofobiche o transfobiche


Pare che l'associazione ProVita non si accontenti più di fare disinformazione, organizzare comizi omofobi e scrivere leggi dal forte odore di incostituzionalità, ora ha attivato anche un ufficio stampa che sta diramando alcuni comunicato che riscrivono la realtà dei fatti per appoggiare le loro teorie. Tra queste, ovviamente, non poteva mancare il sostenere che l'omofobia non esista.

Alessandro Fiore, portavoce di ProVita Onlus (oltre che caporedattore del loro giornale e attore nei loro spot anti-gay), ha dichiarato:

Benché non si possa dire che il rapporto dell’OSCE ci fornisca una conoscenza totalmente esauriente del numero di casi di crimini d’odio, l’ordine di grandezza dei numeri (27 hate crimes contro persone LGBT su un totale di 596 casi, durante l'anno 2014 in Italia, meno dei crimini xenofobici, razzisti o anti-religiosi) corrisponde a quello fornito da fonti nazionali come l'OSCAD e lo stesso Ufficio Nazionale Anti-discriminazioni Razziali. È quindi disonesto pretendere legislazioni speciali o focalizzare l'attenzione mediatica quasi esclusivamente su un certo tipo di crimine che, per quanto possano essere drammatici i singoli casi, nel complesso non conosce una diffusione allarmante nel nostro paese.

Senza perder tempo a ribadire per l'ennesima volta il perché quei dati siano incompleti, vale la pena soffermarsi su cosa loro sostengano sia «disonesto» e che cosa venga reputata una «legislazione speciale».
Se io oggi scendessi in strada e tirassi un pugno ad Alessandro Fiore per il suo definirsi cristiano, la legge prevederebbe un'aggravante. Ma se fosse Alessandro Fiore a tirarmi un pugno perché gay, quella stessa aggravante non verrebbe applicata dato che la legge Reale Mancino tutela da decenni solo alcune categorie di persone (tra cui anche i gruppi religiosi) e ne esclude altre. Il ddl Scalfarotto non faceva altro che proporre l'estensione di quella stessa legge anche ad altre minoranza, quindi la disonestà pare ravvisabile in chi parli di «legislazione speciale» a fronte di tutele che già gode.
Ed inoltre, dato che di difesa dalle discriminazione si parla, perché si perde tempo dietro ai numeri? Significa forse che se la percentuale di persone discriminate fosse realmente bassa, quelle persone non meritano tutele? da quando i diritti fondamentali si applicano solo alle maggioranza?

Il proseguo del comunicato stampa diviene invece prettamente politico e idologizzato. Scrive Fiore:

L’Ufficio Nazionale Anti-discriminazioni Razziali (Unar), istituito con legge per contrastare discriminazioni fondate sulla razza e l’origine etnica, ha da diversi anni focalizzato la sua attenzione sulle vere o presunte discriminazioni omofobiche o transfobiche, violando il principio di legalità dell’azione amministrativa. Basandosi su una presunta "emergenza omofobia" ha speso soldi pubblici per elaborare azioni e strategie fuori dalle competenze attribuitegli per legge“. ProVita non eslcude il ricorso a vie legali per ripristinare la legalità.

In conclusione non poteva mancare il solito piagnisteo, nel quale Fiore afferma che «gli hate crimes contro le maggioranze, ad esempio fondati sull’odio verso la religione cristiana, vengono sottovalutati. Eppure i crimini motivati dall’odio contro i cristiani, principalmente gli atti di violenza contro luoghi di culto, rappresentano un numero molto significativo, comparabile, e qualche volta superiore, a quelli fondati sull'odio verso altre religioni».
Insomma, i cristiani sarebbero più discriminati dei mussumani (ossia quelli che Salvini Bolla a priori come terroristi) ed i cristiani meritano maggiori tutele rispetto ai gay (che ovviamente sarebbero meno discriminati di loro). Sarà forse per quello che ProVita non ha presentato alcuna denuncia verso uno stato che continua a tagliare sul welfare mentre regala fiumi di soldi al Vaticano?

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Nella foto: Fiore e Brandi a Mosca per il Forum delle famiglie numerose (al quale era presente anche il patriarca Kirill) in cui si è sostenuto che «la Russia vuole proteggere la famiglia e i diritti dei bambini affinché la famiglia numerosa diventi la norma».
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