La Cappellini ai convegni di Allenza Cattolica contro la pari dignità delle famiglie gay


Dopo aver passato la giornata precedente a retwittare decine di immagini delle piazze semideserte delle Sentinelle in piedi (facendo molta attenzione a non pubblicare nulla che riguardasse le migliaia di persone scese in piazza della Scala a sostegno delle unioni civili), l'assessore lombardo Cristina Cappellini è stata relatrice di una serata dal titolo "La famiglia fondamento della società" organizzata a Cantù da Alleanza Cattolica e dal gruppo consiliare della Lega Nord, Forza Italia ed Allenza Nazionale.
La locandina dell'evento spiega chiaramente come lo scopo fosse quello di creare isteria a quello che definiscono «rischio di equiparare altre formazioni sociali alla famiglia» e su quello che lei sostiene sia un «diritto che verrebbe negato ai bambini di avere un padre e una madre».

Solo qualche ora prima è attraverso l'ufficio stampa regionale (quindi a spese di tutti i cittadini lombardi) che la Sentinella in piedi ha fatto lanciare due sue dichiarazioni altamente lesive della dignità delle persone lgbt: «FamilyDay, aderiamo in linea con le politiche regionali, per noi la famiglia è fondata sul matrimonio» e «Diciamo "no" al ddl cirinna perché contrasta con il nostro modello di società».
Frasi dette a nome dell'intera cittadinanza, nonostante la grandissima partecipazione di cittadini che sabato scorso hanno chiaramente mostrato di non essere d'accorso con una linea politica basata sulle esigenze di alcune lobby e non certo su quelle dei cittadini.

Ed ancora, ieri se n'è andata anche a Telelombardia per promuovere il Family day in qualità di assessore, ha insultato quanti le chiedono imparzialità ed ha tuonato: «E poi qualcuno mi dovrebbe spiegare perché un assessore non deve essere libero di difendere le Sentinelle in piedi da insulti quotidiani #democrazia». Il gran finale è il suo scrivere: «Perché Roberto Maroni deve essere super partes ma Laura Boldrini (che davvero ha un ruolo super partes) può sostenere Cirinnà? #coerenza».
Insomma, oltre ad usare le istituzioni per campagne politiche e campagne contro i diritti altrui, pare pure che la Cappellini se ne vanti!
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