Secondo l'arcivescovo di Trieste, la priorità è impedire che i gay possano essere riconosciuti come coppia


Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste ed ex segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, si è lasciato andare a gravi affermazioni nel corso di un'intervista per Il Foglio. In merito alla discussione parlamentare sul ddl Cirinnà, il prelato ha ipotizzato scenari apocalittici: «Se il disegno di legge sulle unioni civili fosse approvato così com'è -afferma- le conseguenze sarebbero enormi. Si aprirebbe una porta su una sperimentazione allargata dalle conseguenze tragiche [...] Muterà sostanzialmente il concetto di famiglia , dovranno cambiare tutte le politiche -da quelle fiscali a quelle tariffarie a quelle della casa- perché il ddl Cirinnà equipara in tutto le unioni civili e il matrimonio tra un uomo e una donna, nella scuola dovranno essere dati insegnamenti nuovi in materia non solo di famiglia, ma anche di sessualità e di questioni di genere. L’approvazione del Cirinnà rappresenterebbe un precedente importante per l'approvazione dei disegni di legge Scalfarotto e Fedeli». Il riferimento è alla legge per il contrasto all'omofobia e quello per la prevenzione della violenza di genere nelle scuole. Crepaldi aggiunge poi: «La nostra cultura e la nostra società non saranno più quelle di prima. Purtroppo, secondo me, saranno di gran lunga peggiori».
Riguardo alla stepchild adoption, il vescovo pare avere una strana percezione della realtà nell'affermare: «Insigni giuristi hanno messo in evidenza che non esiste un diritto della coppia ad adottare un bambino, come l’ammissione della stepchild adoption nel ddl Cirinnà lascia intendere. Esiste piuttosto il diritto del bambino a essere adottato non da una coppia qualsiasi, però, ma da una coppia che ne dia degna accoglienza e garantisca la sua armonica maturazione».
Considerato come la stepchild apdpion preveda l'adozione del minore da parte del compagno o della compagna del genitore biologico (così come previsto da una legge del 1983 che interessa solo le coppie eterosessuali), non è chiaro se il religioso suggerisca di strappare i bambini ai loro genitori per affidarli a dei perfetti sconosciuti a lui più graditi.
Eppure non è quello a preoccuparlo, dato che il religioso aggiunge: «Attenzione però al possibile trabocchetto: se si cancellasse dalla legge la stepchild adoption, il disegno di legge sarebbe ugualmente inaccettabili [...] Sono del parere che la Nota dei vescovi italiani del 2007 fosse un documento ben equilibrato, ben argomentato e propositivo, che esprimeva la sapienza della chiesa per il bene delle persone e delle famiglie. Quelle indicazioni che, a proposito di leggi di questo tipo, dicevano di non andare oltre il riconoscimento di diritti individuali (individuali, non di coppia) sono valide ancora oggi».
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