Unioni Civili, Lucio Malan apre le porte del Senato a Toni Brandi per la solita propaganda


Mentre in Senato era in corso il dibattuto sulle unioni civili, il senatore Lucio Malan ha ospitato nelle aule del Senato una conferenza stampa organizzata dall'associazione ProVita Onlus dal titolo "Maternità surrogata: voce alle vittime".
Toni Brandi ha tirato fuori la storia di Elisa Gomez, una ragazza statunitense che nel 2006 decise volontariamente di portare nel suo ventre la figlia di una coppia gay. Dopo che la coppia lasciò il Paese, la donna dice di essersi pentita e di rivolere la bambina. Durante la conferenza stampa, la donna ha raccontato che «nessuno dei due era sul certificato di nascita, al momento, e legalmente, è stato un rapimento. Ho contattato le autorità, ma sono stata trattata come se mia figlia non era mia».
Malan sostiene che quella sia «una testimonianza attuale, soprattutto nel momento in cui in Senato sta per essere discusso un disegno di legge come quello sulle unioni civili che, nella parte in cui consente la stepchild adoption, darebbe nuova linfa al mercato di donne e bambini rappresentato dalla maternità surrogata». Difficile, però, è comprendere come tutto ciò dovrebbe avere un qualcosa a che fare con il dddl Cirinnà. Nel 2006 anche negli Stati Uniti non esisteva il matrimonio egualitario o l'adozione. Allo stesso modo non è chiaro comprendere come il mancato riconoscimento del secondo genitore della bambina avrebbe dovuto cambiare la situazione. Insomma, tutto ci riporta a una storia strumentalizzata e buttata lì per cavalcare quello che p il cavallo di battaglia di un integralismo cattolico che è alala strenua ricerca di un qualche pretesto a casaccio per poter discriminare i gay sulla base del loro orientamento sessuale (più volte definito «dannoso per la società» da Brandi o dai gruppi legati all'estrema destra statunitense di cui fa parte).

Il problema, però, è come si faccia continuamente riferimento a dei casi singoli per vergognose generalizzazioni, un po' come se bastasse trovare una persona che non si è trovato bene con i suoi genitori eterosessuali per chiedere che il matrimonio tra uomo e donna sia vietato, o raccontar la sotiria di una persona nata da stupro per sostenere che quella sia la regola con cuoi vengono al modo i bambini.
Usare la storia di una donna per imporre il suo pensiero è una violenza da parte di Malan e Brandi, nonché un atto vergognoso verso la dignità e l'intelligenza di migliaia di persone.
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