Adinolfi si candida al Campidoglio. Amato: «Lega Nord e Cattodem volevano darci una poltrona»


Alla fine Mario Adinolfi ha palesato le sue mire: la fondazione di un partito che cavalca l'omofobia del Family day servirà a sostenere la sua candidatura come sindaco di Roma. L'annuncio ufficiale è arrivato alla fine della Convenzione romana del movimento che si è tenuta in un teatro della Capitale.
Adinolfi ha dichiarato: «Mi candido a sindaco con lo slogan ‘Prima la famiglia’, perché le esigenze a cui bisogna dare ascolto sono prima di tutto quelle delle mamme e dei papà che fanno fatica a crescere figli in una città che condanna alla marginalizzazione chi sceglie la dimensione familiare rispetto a quella dell’individualismo spinto. Correremo con il nostro simbolo, in autonomia dalle principali coalizioni». Peccato che la sua visione di "famiglia" preveda l'escursione sociale di un gran numero di famiglie e di genitori, così come non è chiaro in quale modo un sindaco potrebbe cambiare le politiche assistenziali dello stato. L'impressione è dunque un movimento che si baserà solo sulla legittimazione del pregiudizio, senza alcuno scopo se non la denigrazione della comunità lgbt.
E forse non a caso Adoinolfi ha aperto la sua campagna elettorale con un attacco al Gay Center di Roma, sostenendo che la contrarietà alla presentazione di una lista che inneggia all'odio indichi l'esistenza di chi «vuole toglierci persino il diritto di parola e alla fine persino il diritto di esistere». Per questo lui si candiderà con lo scopo di eliminare il diritto all'esistenza dei gay nel nome del suo tornaconto politico.

Intanto il suo compare Gianfranco Amato (che sarà candidato a Roma coma capolista) tenta di ricucire lo strappo l'integralismo cattolico attraverso un'intervista pubblicata su la Nuova Bussola Quotidiana. E che il malumore sia altro appare evidente dal titolo scelto da Cascioli, ossia "Amato risponde alle obiezioni ma non convince".
L'uomo afferma che il partito di adinolfi non sia assolutamente confessionale e che «sono molti gli atei, agnostici, evangelici, musulmani di mia personale conoscenza che hanno già dichiarato di aderire al progetto». Peccato che da lì a poco dica che «non è vero» che non abbiano un programma, dato che «abbiamo un programma nutrito ed esaustivo di ben 319 pagine! Si chiama Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa. Lì c'è tutto. Leggere per credere. Comprendiamo che ormai è considerato dai politici sedicenti “cattolici” uno strumento arrugginito, ma noi vogliamo invece tirarlo fuori dal cassetto e porlo all'attenzione della politica italiana».
Insomma, sarà un partito aconfessionale che si baserà sull'imposizione per legge della Dottrina Sociale della Chiesa quasi fosse una nuova sharia. Ed è interessante notare come spergiurino che atei e mussulmani vogliano l'imposizione del cristianesimo. Il tutto viene più volte ribadito da un Amato pronto a sostenere che la gente sia stufa di una «deriva laicista totalitaria del politically correct».
Nella su intervista sostiene anche di aver ricevuto candidatura da parte di quei partiti politici che hanno spalleggiato la loro crociata omofoba, sottolineando come dinnanzi a quella propaganda ci fosse solo un freddo calcolo di un possibile ritorno elettorale: «Avremmo potuto semplicemente accettare le generose offerte che sono giunte a me e a Mario Adinolfi, da sponde opposte, circa una “poltroncina” sicura. Certo, se Adinolfi fosse finito nel PD a rappresentare la corrente dei Cattodem, e io fossi finito nella Lega, o in qualsiasi altro partito del centrodestra, a rappresentare il popolo del Family Day, questo sì sarebbe stato un epilogo squallido e patetico. Invece no. Abbiamo deciso di giocarci l'osso del collo, il tutto per tutto, la nostra faccia e non solo, gettando il cuore oltre l'ostacolo, e mettendoci in un'avventura che non ha precedenti e che può rappresentare la nostra fine personale o una svolta nella storia del nostro Paese».
Anche qui appare difficile comprendere come si intenda modificare «la storia del nostro Paese» con un partito che nella migliore delle ipotesi avrà un posticino nell'opposizione di un Comune che non potrà comunque influenzare il governo.
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