Adinolfi: «Estirparò le colonie del male, vieterò il sesso occasionale e contrasterò le associazioni lgbt»


Prosegue la campagna elettorale di Mario Adinolfi, sempre più volta a sfruttare odio e banali semplificazioni come mezzo per adescare la fiducia di elettori sprovveduti.
L'ultima sparata del leader integralista è la pubblicazione di quelle che sostiene siano le sette priorità del suo partito, tutte tragicamente ridicole e volte ad imporre per legge la sua personalissima morale. dato che la sua propaganda è volta a togliere qualunque dignità alle coppie gay, l'affondo parte con l'offrire soldi a chiunque si dichiari pubblicamente amore: «L'impegno pubblico assunto da due giovani davanti alla comunità in cui vivono ad amarsi e rispettarsi costruendo una famiglia sarà sostenuto da un assegno matrimoniale di 2.500 euro riservato a tutte le coppie di sposi under 35».
Ma se in questa definizione parrebbero rientrare a pieno diritto anche tutte le coppie gay, Adinolfi spiega successivamente che non le ha citate perché da lui reputate indegne di avere qualunque rilevanza sociale in un mondo che lui teorizza si basi solo sull'eterosessualità. Anzi, poi spiega che il punto programmatico del suo programma è volto proprio a rifiutarsi di rispettare la legge per privare i gay dai loro diritti costituzionali. Scrive infatti: «Gli eletti del Popolo della Famiglia rifiuteranno di celebrare unioni civili omosessuali in Campidoglio secondo le ritualità paramatrimoniali fissate dalla legge Cirinnà, riconoscendo come famiglia solo quella declinata dall'articolo 29 della Costituzione: la "società naturale fondata sul matrimonio" che dall'incontro tra un uomo e una donna arriva a generare figli che hanno come primo diritto quello ad avere una mamma e un papà».
Si noti come l'articolo della Costituzione venga integrato da riflessioni personali, ennesima dimostrazione di come lui voglia attribuire significati diversi alla Carta Fondamentale (tutti gli enti preposti e la Consulta hanno stabilito che nella Costituzione non sia previsto alcun divieto al matrimonio egualitario, motivo per cui affermare il contrario significato ingannare la gente).

Assolutamente folle è il punto in cui Adinolfi afferma che lui intende «governare da genitori, estirpare le colonie del male». Fermo restando che milioni di persone ringraziano di non averlo come padre e risulta offensivo che lui si paragoni ad un genitore, l'integralista scrive:

Il senso per il bene comune del "buon padre di famiglia" trasformerà il sindaco e ogni amministratore del Pdf in un papà, in una mamma della città. Con questo spirito metteremo in efficienza un sistema dissestato dal degrado sul piano economico, ma anche della convivenza civile. Chiuderemo i luoghi dove scorrono fiumi di droga finalizzati alla perdita della coscienza di sé e all'incontro sessuale tra sconosciuti, combatteremo la piaga della prostituzione e del racket che si arricchisce sfruttando donne ridotte in schiavitù sanzionando i clienti e seguendo la lezione di don Oreste Benzi e della comunità Giovanni XXIII.

Come ogni frase che è parte della propaganda ideologica di Adinolfi, si parla di concetti vaghi e non vi è mai alcun riferimento a come intenderebbe fare ciò che promette. Interessante è anche notare come cerchi ancora una volta di sfruttare a proprio vantaggio il delitto di Varani, rispolverando tutte le fastosità che ha diffuso in questo mesi nel suo accomunare i gay a degli assassini seriali.
Interessante sarebbe anche capire quali sarebbero questi fantomatici locali in cui la gente perderebbe conoscenza di sé al fine di far sesso consensuale fra adulti, dato che la premessa pare sconnesso dall'obiettivo dichiarato.

Non manca ovviamente un accenno alla fantomatica ed inesistente «cultura gender», che secondo la fantasiosa teoria di Adinolfi si insinuerebbe in qualunque politica di contrasto alla violenza omofoba e al contrasto del sessimo:

Nella capitale della cristianità la solidarietà verso il più debole è scritta nel dna. Il Comune deve garantire la tutela dei più deboli e non possono essere calpestati i diritti dei disabili e degli anziani, prima di tutto il diritto alla deambulazione contro ogni barriera architettonica. Una nuova cultura della solidarietà è capace anche di generare lavoro (priorità assoluta per i più giovani) e sicurezza nel contesto urbano. La solidarietà pelosa degli abusivismi, dello sfruttamento del migrante o del rom per finalità di arricchimento, dovrà essere efficacemente combattuta affinché il cittadino romano si senta sempre sicuro in casa propria, perché la città è prima di tutto casa nostra. I nostri figli devono poter circolare tranquillamente. A scuola occorrerà fronteggiare l'offensiva della colonizzazione ideologica del gender, una cultura pericolosa che è "un errore della mente umana" e dovrà essere contrastata visto che l'obiettivo delle associazioni Lgbt è esporre i più piccoli a questa offensiva.

Ed ancora, si dice pure che l'aborto possa essere contrastato attraverso l'incentivo all'obiezione di coscienza, quasi come se il mancato accesso all'interruzione di gravidanza bastasse a convincere le madri a partorire a forza. Peccato che basta il semplice buonsenso a spiegateci come probabilmente ciò darà vita ad un mercato nero, esattamente come avveniva quando l'aborto era illegale. Ma dato che Adinolfi mira a fare populismo e non certo a pensare cose sensate, ecco che è lì pronto ad affermare:

In un clima di attacco ai medici obiettori di coscienza contro l'aborto, il Comune sosterrà l'azione di questi professionisti coraggiosi che rispettano il giuramento d'Ippocrate evitando di dare la morte a soggetti deboli come i bambini nascituri. A Roma ogni donna italiana fa mediamente solo un figlio e per ogni romano nato quasi due romani muoiono. Così muore una città e i medici obiettori sono la cura contro questa piaga.
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