Omofobia al Cern: rinvenute citazioni dal Levitico per chiedere l'uccisione dei ricercatori gay


Il CERN di Ginevra è il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, collocato sul confine tra Svizzera e Francia alla periferia ovest della città di Ginevra. In quel centro lavorano alcuni fra i più importanti ricercatori del mondo, motivo per cui è difficile non storcere il naso alla notizia di come l'omofobia paia essere giunta persino lì.
Stando alle denunce presentate da alcuni dipendenti, i gay, lesbiche, bisessuali e transgender che lavorano nel centro sono stati oggetto di e-mail offensive e di scritte ingiuriose comparse sulle bacheche riservate ai dipendenti. Un ricercatore è stato sottoposto ad un provvedimento disciplinare dopo che una telecamera lo ha immortalato mentre vandalizzava un cartellone dell'associazione lgbt.
La rivista Physics World ha pubblicato ben 14 fotografie in grado di mostrare altri cartelloni ricoperti da biglietti di insulti o vandalizzati con un pennarello rosso. Su due erano state aggiunte a mano le scritte: «Non affiggere qui» e «Schwein!» (maiale in tedesco). Su un altro era c'era pure un biglietto che riportava un passaggio del libro del Levitico: «Se un uomo giace con un altro uomo come con una donna... questi dovranno sicuramente essere messi a morte».
Ora che la cortina del silenzio è stata rotta, numerosi dipendenti riferiscono come gli atti omofobi si stiano protraendo ormai da anni.

Dal 2010 al CERN esiste un gruppo lgbt fondato ďal fisico britannico Aidan Randle-Conde. Contrariamente ad un'altra cinquanta di gruppi, non è mai stato riconosciuto ufficialmente dal centro perché si sostiene che linee guida sulla diversità non consentono «l'emergere di gruppi di interesse che promuovano specifiche comunità». Ed è proprio Randle-Conde a raccontare la triste realtà al Sunday Times: «La continua vandalizzazione dei nostri cartelli è un'inaccettabile campagna di odio ed intolleranza. Stiamo tenendo sott'occhio quanti cartelloni vengano rimossi o vandalizzati e nel giro di due settimane ne sono stati tolti circa un terzo. Non so chi sia il responsabile, sebbene sia probabile che sia il lavoro di poche persone. In alcuni casi, attaccati ai cartelloni abbiamo trovato dei messaggi di natura religiosa».
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