Unioni civili. Riparte il calvario degli emendamenti con oltre 900 proposte di modifica


Questo matrimonio non s'ha da fare.È quanto ribadiscono i partiti di destra. La loro teoria è che Adinolfi abbia diritto ad almeno due mogli, che la famiglia tradizionale di Salvini possa preveda figli nati da madri diverse o che la leader di Alleanza Nazionale abbia tutto il diritto di annunciare di aver avuto un figlio fuori dal matrimonio nel bel mezzo di una manifestazione integralista. La cosa importante è che due gay o due lesbiche non abbiano alcun tipo di riconoscimento giuridico (e manco si parla di matrimoni, dato che la proposta restano sempre le cacofoniche formazioni sociali specifiche).
L nostra costituzione prevede che la Repubblica abbia il dovere di riconoscere la famiglie naturali e tanto basta a comprendere che ogni discussione sul riconoscimento delle famiglie omosessuali sia del tutto assurda: lo stato non può decidere che cosa sia una famiglia ma deve "riconoscerla". O almeno dovrebbe. Eppure pare che la nostra classe politica sia rimasta ferma alla carta precedente, quando il fascismo imponeva distinguo basati sulle caratteristiche naturali delle persone. Per diritto di nascita un ariano era considerato migliore di un ebreo, così come oggi Adinolfi si autoproclama più meritevole di diritti rispetto alle altre famiglie.
In questo scenario non stupisce come la vile arma delle destre sia ancora una volta l'ostruzionismo: sono circa 940 gli emendamenti alle unioni civili depositati in commissione Giustizia della Camera. Tra questi circa 550 sono stati presentati dalla sola Lega Nord.
L'approvazione di una qualsiasi modifica invaliderebbe il voto del Senato e chiederebbe un nuovo passaggio, motivo per cui le unioni civili potrebbero ben presto essere affossate da un rimpallo fra le camere.
L'inizio della illustrazione degli emendamenti è previsto mercoledì prossimo. Il Pd spera di poter chiudere la discussione entro maggio.
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